venerdì 22 settembre 2017

Dallo Stadio ai Prati di Caprara

Un volantino del Comitato Rigenerazione No Speculazione




















Su Ambiente e Clima ancora una volta Vandana Shiva scrive un interessante articolo, pubblicato oggi sul quotidiano il manifesto.
Afferma il valore universale di "proteggere e rigenerare i sistemi viventi e i processi vitali della Terra". Sostiene la necessità di "dedicare il nostro amore e la nostra intelligenza a lenirne le ferite, un seme alla volta, un giardino alla volta".
E' giusto collocare entro questo filone di pensiero critico e propositivo la mobilitazione dei cittadini di molte periferie.
A Bologna, quelli impegnati contro il Passante di Mezzo o contro uno sviluppo senza limiti e controlli dell'Aeroporto Guglielmo Marconi e per una mobilità sostenibile o quelli che chiedono di investire sul risanamento delle acque (dal canale Navile al Reno, ai suoi affluenti) e sul verde (per aumentare il patrimonio arboreo, per realizzare finalmente la Fascia Boscata prevista dal PRG comunale degli anni '80 e che ancora aspettiamo).
Non di meno, quelli del Comitato Rigenerazione No Speculazione uniti nell'obiettivo comune di fermare i progetti presentati nei mesi scorsi dalla cordata Saputo-Maccaferri e C. e di promuovere una alternativa di interesse cittadino.
Intendiamoci.
E' condivisibile l'intento di ristrutturare, in sede, lo Stadio Dall'Ara avanzato dal Comune e dal Bologna Calcio.
E, sicuramente, è da sottoscrivere la tesi di Matteo Lepore, Assessore allo Sport, che vuole uno Stadio moderno, funzionale ed adeguato alle ambizioni di una squadra di serie A competitiva in Europa, senza "essere costretti a costruire un intero nuovo quartiere".
Troppo spesso dietro al calcio ed alle sue passioni si celano gruppi affaristici interessati a compensare modesti investimenti nello sport con ben più remunerative operazioni e rendite immobiliari (o di potere).
Per questo è comprensibile e naturale una trattativa tra le Istituzioni locali (che detengono la proprietà  dell'impianto di via Andrea Costa) e i proprietari del Bologna Calcio per trovare un giusto equilibrio tra costi della ristrutturazione e tempi di affitto e di gestione della struttura, per un possibile ed equo ritorno di immagine e/o di risultati economici. Ben altra cosa, invece, è legare e condizionare questa ristrutturazione ad un mega progetto che punta a mettere mano ad aree private e pubbliche altrove situate e particolarmente importanti o strategiche per il futuro di Bologna.
Tali sono quelle su cui ha vissuto a lungo il Cierrebi di via Marzabotto, fino alla recente vendita con il proposito di valorizzarla costruendo un nuovo supermercato, con ampi parcheggi auto, sul terreno ancora oggi destinato (ed utilizzato) a campi ed attività sportive e ricreative.
Tali sono i Prati di Caprara (Est ed Ovest), grandi aree, attualmente chiuse, a ridosso della via Emilia, di proprietà pubblica, potenziali polmoni verdi della Città o sede per edifici di possibile alto interesse sociale, formativo e culturale.

Insomma, la questione del loro recupero e della loro rigenerazione nell'interesse della intera comunità non può essere fatto riservato a pochi addetti ai lavori o agli affari: temporanei Amministratori, imprenditori italiani o stranieri, manager o dirigenti di gruppi finanziari e di enti statali.

Dunque, camminiamo sulla Terra, osserviamo con i nostri occhi, registriamo con le nostre memorie, ragioniamo con la nostra testa. Come propone Rigenerazione No Speculazione.
Per discutere tutti con maggiori conoscenze e competenze le soluzioni migliori per governare insieme i beni comuni e questo unico, prezioso Pianeta di cui siamo parte.

Manifestazione di cittadini di Rigenerazione No Speculazione, 31 maggio 2017

Un cartello esposto davanti al Cierrebi 

6 commenti:

  1. Pensare globale e agire locale.
    Oggi pomeriggio al Cierrebi e poi a conoscere i Prati di Caprara.
    Domani mattina alla rotonda di via Gobetti o al Parco Tanara per Puliamo il Mondo 2017.
    Idee ed iniziative.
    Ciao!

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  2. 2 osservazioni.
    1. Capisco che fare un nuovo stadio è un problema da molti punti di vista. Però dove è ora è un problema per chi ci abita, almeno per le 20-30 giornate in cui gioca il Bologna. Provare per credere.
    2. I Prati di Caprara sono indubbiamente uno dei pochi polmoni verdi della città e vanno preservati. Però ora sono inaccessibili, salvo per gruppi di senzacasa e clandestini che trovano rifugio e sistemazione precaria tra la vegetazione spontanea che è cresciuta li. Provare per credere.
    Sandro

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    1. Penso siano entrambi problemi reali. Su cui ragionare ed avanzare proposte.
      Sullo Stadio ho sempre trovato insostenibile la decisione di favorire l'accesso degli spettatori e dei tifosi con le auto. Quante volte, in passato, il Comune ha derogato dalle limitazioni antismog? Con le dovute eccezioni (per disabili e casi straordinari) a vedere il Bologna si può e si deve andare senza auto e moto: a piedi, in bici o con mezzi pubblici non inquinanti. Ora si ipotizza (forse per il 2030) un tram. Intanto si prendano provvedimenti immediati ed eco-compatibili.
      2. Per i Prati di Caprara è urgente un progetto di rigenerazione e di valorizzazione del verde. Un grande Parco nel cuore della Città, per fare respirare meglio i nostri polmoni e quelli delle generazioni future. Togliendo l'area dalla trattativa sulla ristrutturazione del Dall'Ara. Comune, Regione e Governo possono farlo subito, volendo.
      Gianni

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  3. Di supermercati non se ne può più.
    Nei giorni scorsi un giornale cittadino ha pubblicato l'elenco di quelli aperti negli ultimi tempi e in costruzione. Sono 9.
    Sarà la morte per altri piccoli negozi e punti vendita, altro lavoro precario, un ulteriore incentivo al traffico automobilistico, più smog!
    Per fortuna c'è chi si oppone!
    Un altro mondo è possibile.
    Nik

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    1. Il quotidiano la Repubblica Bologna ha ricostruito con efficacia l'insieme dei progetti in via di costruzione ed autorizzazione.
      In effetti si misurano due idee di Città e di organizzazione della vita dei cittadini.
      Dobbiamo scegliere se continuare nello sviluppo senza qualità o proporci una matura e lungimirante conversione ecologica.
      Gianni

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