sabato 28 gennaio 2017

Appello. Tutelare il territorio, tagliare le spese militari

Gli eventi che hanno interessato una larga fascia del paese e a cui abbiamo spesso assistito con dolorosa impotenza non sono tutti figli del caso e della fatalità. Paesi e villaggi isolati e privi di luce per giorni e giorni, strade impraticabili, territori pericolosi o inagibili, non sono soltanto l’ esito di eventi eccezionali.

Essi denunciano una realtà mille volte nota e denunciata: la fragilità del nostro territorio, che necessità di cure particolari, investimenti, risanamento di equilibri sconvolti. A questa realtà antica, che illustra la sordità inscalfibile delle nostre classi dirigenti, si aggiunge ora l’impotenza delle amministrazioni locali, privi di risorse, che portano a situazioni indegne di un paese civile. Un paese che sino a poco tempo fa si vantava di essere la quarta o la quinta potenza industriale del pianeta.
Dov’è finita tanta boria?
In questi ultimi giorni abbiamo assistito a spettacoli grotteschi. Centinaia di scuole chiuse per mancanza di riscaldamento, allarmi degli studenti e dei genitori sulla sicurezza degli edifici dove debbono formarsi le nuove generazioni. Le scuole dei nostri ragazzi sono spesso insicure, con servizi scadenti, prive di mezzi.
Ebbene, tale squallida situazione, frutto di una politica europea che ci trascina verso il declino non è più tollerabile. Ma non è più tollerabile anche alla luce di quante risorse vengono impiegate dai nostri governi in spese militari.
Il nostro paese cade in ginocchio per qualche alluvione o per nevicate fuori dall’ordinario e noi sperperiamo in spese belliche e in interventi militari, nei vari teatri di guerra, oltre 29 miliardi di € l’anno (2015), circa 80 milioni di € al giorno. Mentre siamo impegnati ad acquistare gli aerei F35 al costo di 14 miliardi complessivi. Si tratta di velivoli da combattimento, strumenti di aggressione e di morte che denunciano da soli la violazione dell’articolo 11 della Costituzione: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Ebbene, di fronte ai problemi elementari in cui si dibatte il nostro paese – la cui soluzione potrebbe generare centinaia di migliaia di posti di lavoro – riteniamo moralmente intollerabile lo sperpero di tante risorse a fini di guerra.
Chiediamo alle forze politiche che in Parlamento svolgono un’azione di opposizione di mettere in stato d’accusa il governo della Repubblica, per l’aperta e continuata violazione di un principio costituzionale e per la responsabilità piena e consapevole nel privare i cittadini italiani delle risorse necessarie per la loro sicurezza.
Piero Bevilacqua, Tonino Perna (Università di Messina), Paolo Berdini, Tiziana Draghi (Università di Bari), Rossella del Prete (Università del Sannio), Piero Caprari, Roberto Budini Gattai, Ilaria Agostini ( Università di Bologna), Cristina Lavinio, Paolo Favilli, Francesco Trane, Maria Pia Guermandi (Emergenza cultura), Alberto Magnaghi, Enzo Scandurra, Daniele Vannitiello, Ginevra Virginia Lombardi (Università di Firenze), Piero di Siena, Rossano Pazzaglia (Università del Molise), Francesco Pardi, Laura Marchetti, Giuseppe Saponaro, Giancarlo Consonni, Andrea Ranieri, Annamaria Rufino (Università della Campania), Graziella Tonon, Velio Abati, Romeo Salvatore Bufalo (Università della Calabria), Amalia Collisani, Salvatore Cingari (Università di Perugia), Marcello Buiatti, Carlo Cellamare, Michele Carducci, Giovanni Attili, Luigi Vavalà, Lia Fubini, Alfonso Gambardella, Ignazio Masulli, Paola Bonora, Alessandro Bianchi, Ugo Olivieri (Università di Napoli, Federico II), Edoardo Salzano, Vezio de Lucia, Giorgio Nebbia, Stefano Sylos Labini, Franco Toscani, Lucia Strappini, Giorgio Inglese (Università di Roma La Sapienza), Alberto Ziparo, Patrizia Ferri, Pier Luigi Cervellati, Anna Nassisi, Vittorio Boarini.


6 commenti:

  1. Quando considerazioni che dovrebbero essere scontate divengono ragioni per un "appello" di intellettuali significa che siamo messi molto male ...
    V.M.

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    1. Che "siamo messi molto male" è vero. Fin qui abbiamo speso molto per cure, non sempre puntuali ed efficaci e spesso indirizzate agli affari di "amici". Pochissimo abbiamo investito per la prevenzione.
      Quanto agli "appelli", che si moltiplichino e si traducano in politiche e in fatti ... Nell'interesse comune e per la sicurezza di tutti.
      Gianni

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  2. Se gli intellettuali dicono cose condivisibili anche dalle persone semplici meglio.
    Insieme forse convinceremo quei politici che hanno più interesse per il paese che non per le loro famiglie.
    s.

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    1. La tutela del territorio e la messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture di interesse pubblico debbono essere una delle priorità nei bilanci dello Stato.
      Fin qui, così non è stato.
      Nonostante la richiesta di molti e la proposta di emendamenti, regolarmente bocciati dalle maggioranze parlamentari in essere.
      Gianni

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  3. In un post precedente hai proposto Sandro Pertini. Risulta che lui ripeteva: "svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai". Era un presidente che aveva fatto il muratore e il partigiano ... Era molto amato. Possibile ora che nessun politico si batta contro gli F35 e pro alimentazione agli affamati? E ci chiediamo perché sono avversati quando non odiati?
    Raffa

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    1. Mi piacerebbe discutere due grandi temi:
      1. trasformiamo gli eserciti europei in protezione civile;
      2. investiamo in nuovi sistemi di sicurezza collettiva anziché in armi di guerra e di distruzione reciproca.
      Mi pare una utile sfida politica e culturale ai molti propagandisti di violenza e morte.
      Gianni

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