mercoledì 21 settembre 2016

Il fatto di Piacenza ci riguarda

E' passata una settimana dalla tragica morte di un operaio egiziano di 53 anni, padre di 5 figli, durante una protesta sindacale contro le condizioni di lavoro nel settore della logistica ed il precariato.
Ciò che colpisce è la rapida archiviazione delle informazioni sui fatti verificatisi davanti ai cancelli dei magazzini piacentini della GLS.

Dopo le primissime notizie, i grandi organi di comunicazione nazionale hanno abbandonato la vicenda.
I sindacati confederali hanno irresponsabilmente lasciato il campo a USB e sindacati di base. Con poche e rare eccezioni, come quella di Maurizio Landini.
Il Magistrato inquirente ha proposto una tesi insostenibile e contraddetta dai fatti: "quando è avvenuto l'incidente non era in atto alcuna manifestazione all'ingresso della GLS".
Partiti, forze politiche ed istituzioni non sono intervenuti con iniziative degne di essere ricordate e segnalate. Molti di coloro che non perdono occasione per criticare l'operato di inquirenti e giudici hanno improvvisamente perso voce.

E' grave il silenzio.
Perché la questione merita massima attenzione.
Riguarda tutte le persone che vogliono essere e restare libere.
Non si tratta di un fatto casuale.
Come non lo sono le troppe morti bianche di lavoratori sui luoghi e negli ambienti di lavoro. Giustamente denunciate da tanti, di fronte alle ultime vittime all'ILVA di Taranto e all'ATAC di Roma.
Nessuna buona ragione motiva l'uccisione di una persona impegnata in una vertenza aziendale.
Il punto, naturalmente, non è solo e tanto il camionista che ha messo sotto Abd Elsalam Ahmed Eldanf. Piuttosto, chi lo ha indotto a muoversi e forzare il picchetto organizzato da alcune decine di lavoratori e, ancora, la funzione delle forze di polizia, presenti e schierate sul posto per prevenire incidenti.
Dunque, si impone, ancora una volta, la ricerca di verità e giustizia.
Per prevenire altre tensioni,  provocazioni, vittime.
Per assicurare diritti e doveri, contro la legge del più forte.

Il fatto propone, inoltre, alcuni temi di riflessione sulla realtà economica e sociale.
1. Lo sfruttamento intensivo e fuori controllo rispetto ai Principi Costituzionali in settori caratterizzanti lo sviluppo attuale. Un lavoro imposto a condizioni disumane, privo di dignità. I racconti di chi vi opera sono da brividi e fanno intendere il groviglio di interessi, affari, illegalità ed arroganza che sono presenti. Nella logistica, nel trasporto delle merci, nelle priorità della scelta di infrastrutture stradali ed autostradali, nella organizzazione della produzione, del commercio, della comunicazione. "Artigiani in competizione tra loro e su chiamata", esposti alle volontà di "committenti che stabiliscono regole e condizioni non trattabili", pena la perdita della opportunità di lavoro, si intrecciano al diffondersi di "vendite mirate, via internet, a costi contenuti", per "prodotti prenotati e preparati". In che direzione "cambia il mondo"? In che direzione vogliamo vada?

2. La collocazione reale e sociale di molti migranti. Costretti, tra l'incudine ed il martello, a vite "povere e disperate". Perché "nuove" Leggi e normative (di Renzi e Poletti) si aggiungono a vecchie Leggi e normative (di Berlusconi, Bossi e Fini) mai cambiate e, combinate, gravano su di loro e su di noi tutti, come elemento di frantumazione e divisione, di isolamento ed impoverimento della intera forza lavoro nazionale e continentale.

3. I caratteri della società emiliana - romagnola. Come sempre, peculiari ma intimamente connessi al modello economico e sociale dominante. Tornano le riflessioni di Enrico Berlinguer: "l'Emilia come punto alto delle contraddizioni del capitalismo". Qui ed ora sono esplose le lotte di precari e senza casa, di facchini immigrati, occupati e dipendenti di aziende cooperative. Qui ed ora, si vivono esperienze distruttive di cooperative di produzione e lavoro, crisi finanziarie che colpiscono e minacciano aziende e banche che ci apparivano solide e sicure.
Forse è il caso di parlarne, capirle, intervenire con nuovi progetti.

Insomma la morte di Abd ci propone questioni di verità, di civiltà e di libertà.
Nuovi obiettivi di giustizia, di solidarietà e di cooperazione.
Da non archiviare.
Da non delegare.




7 commenti:

  1. Neppure un ricordo.
    Tutto è continuato nella indifferenza dei più.
    E invece ...
    s.

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  2. Le morti sul lavoro si succedono con cadenza tremendamente regolare.
    Ma erano anni che non si verificava una aggressione violenta contro operai in lotta.
    Un segno dei tempi.
    A cui rispondere con la solidarietà e l'unità.
    Ciao!

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    1. Questione aperta.
      Occorre fare giustizia. Incomprensibili ed inaccettabili le parole del Magistrato inquirente.
      Occorre giustizia sociale. Per rimuovere le cause di quel duro conflitto di classe. Che richiede maggiore comprensione e unità nel e del mondo del lavoro.
      Gianni

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  3. Certo che ci riguarda. Abbiamo tutti a che fare con il SISTEMA.
    È questo che ha cambiato il lavoro manomettendo i contratti concordati (1). È questo che ha colto i processi migratori per alimentare l'esercito di riserva che abbassa le tutele sul lavoro (2).
    È questo che porta l'Emilia e le cooperative ad essere terra e strumenti dove procedono veloci i processi di riorganizzazione economica e sociale e dove si rimodellano rapporti di lavoro riducendo diritti e dignità acquisiti nel secolo passato da lavoratori organizzati ed uniti in classe (3).
    Per questo è sano battersi in tanti contro il SISTEMA.
    Nik

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    1. "Contro"questo sistema e "per" una società fondata sui diritti e sui doveri sanciti dalla Costituzione italiana e da importanti Trattatati ed Accordi internazionali.
      Gianni

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  4. Il settore delle consegne in generale è tutto svolto da stranieri. Nei centri cittadini chiude il negozio storico perchè non tiene il passo con la vendita on line, l'acquirente si crede furbo perchè paga 90 euro invece di 100 un paio di scarpe prodotte chissà dove, con il prestigioso marchio che però ha sede legale dove non si pagano tasse etc.
    Non ho sinceramente capito peró il richiamo negativo all'USB, dato che ho esperienza della Cgil, sindacato del quale penso tutto il male possibile.

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