lunedì 25 luglio 2016

Con Merola, contro Merola

Prendiamo per buone alcune affermazioni fatte da Virginio Merola, venerdì, in Consiglio Comunale e non seguiamo discussioni minori o cattiverie che pure circolano in quantità.
Dice il Sindaco: "è ora di farla finita con questa storia che Bologna non sa dove andare, Bologna lo sa benissimo". "Così cambio la città: non solo asfalto, tanto verde", "una grande opportunità per interventi di ricucitura e di rigenerazione urbana nelle periferie".
Ed una (r)assicurazione: "il Paese può contare su Bologna".

La sfida va accolta.
Misurandosi al livello proposto.
Perché il "Progetto Merola" anziché ridurre la portata della contesa la alza, propone altri terreni di scontro e sollecita l'entrata in campo di nuovi interlocutori sociali, fin qui rimasti ai margini.
Non più e non solo, come si vorrebbe rappresentare, uno scontro tra "chi ci mette la faccia" (Sindaco, Presidenti della Regione e del Consiglio) e residenti (gli 80-100 mila abitanti delle zone limitrofe alla nuova grande opera).
Proviamo a interpretare e capire (al meglio) la posizione di Merola: "ci sono forze e tendenze sovranazionali fuori dal mio / nostro controllo che limitano ruolo e risorse per i Comuni. Renzi ed il PD sono tra queste o, comunque, non hanno voglia e/o capacità per contrastarle. Dunque, prendiamo atto della situazione. Con realismo facciamo buon viso a cattivo gioco e proviamo a condizionare (opera meno impari!) i poteri ed i soggetti che possono investire: ora, Autostrade per l'Italia S.p.A. (come in passato FS o altri gruppi multinazionali). Accettiamo terza e quarta corsia autostradale per i traffici nazionali (e sicuramente una ri-contrattazione dei già lunghissimi tempi di concessione) in cambio di un pacchetto di opere ed interventi per Bologna. Così, rispondiamo finalmente ad alcune richieste e progetti, datati secolo scorso, che fin qui non siamo riusciti a rispettare".

Le ragioni (strategiche) per cui questo ragionamento semplice e classico non può essere condiviso ed accettato sono chiare.
Oggi più di ieri. Quando a proporlo erano altri. Tra cui in prima persona Pierluigi Bersani, per anni al Governo della Regione e dei Ministeri dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, dei Trasporti e della Navigazione, dello Sviluppo economico.

Su questa linea si è affermato e consolidato uno sviluppo contraddittorio, diseguale, insostenibile.
Che ha fatto gli interessi di pochi e che ha colpito la maggioranza dei cittadini.
Non solo maggiori investimenti pubblici e privati per i trasporti su gomma (di persone e merci), ma crescita di una intera economia e di alcuni ceti sociali (si pensi ai concessionari o ai piccoli trasportatori) subalterni e "dipendenti" rispetto ai grandi gruppi imprenditoriali e finanziari (spesso multinazionali) che producono e trattano veicoli o petrolio e fanno prestiti.
E spesa pubblica prevalentemente rivolta a grandi infrastrutture viarie e/o super tecnologiche (TAV) a scapito delle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle strade esistenti (sempre più inadeguate al crescente numero di mezzi in circolazione) e di ferrovie storiche (spesso lasciate senza investimenti minimi o abbandonate). Alimentando, così, debito pubblico e crescente dipendenza dello Stato da potenti soggetti privati (grandi imprese di costruzioni e banche) che volentieri anticipano opere e risorse (in "project financing") in cambio di lavoro e lauti interessi, presenti e futuri.
Con effetti gravi.
1. Città e grandi aree (pensiamo alla estesa pianura padana) sempre più sottoposte a rumore e smog, devastate da inquinanti pericolosi per la salute delle persone che agiscono a distanze diverse dalle fonti di emissione (vicine o lontane), polveri sottili cancerogene che colpiscono indistintamente la popolazione esposta e i territori agricoli coltivati. Con la conseguenza di aumentare tra i cittadini la domanda di sanità, di cure mediche e di assistenza sociale. Si è superato ovunque il livello di saturazione delle strutture pubbliche (sottoposte a continui tagli di risorse, privi di finalità eque e di efficacia moralizzatrice) e si alimenta un sempre più forte ed attrezzato settore sanitario privato convenzionato che usa lavoro precario (per tanti) e realizza profitti (per pochi).
2. Comuni e Istituzioni pubbliche in ginocchio (con risorse in costante riduzione, nonostante le imposte e le tariffe in crescita per la maggioranza dei cittadini) a scapito di Aziende ed Enti a partecipazione pubblica di secondo grado e di dimensioni crescenti; dirette da amministratori, manager e dirigenti sempre più potenti ed automi, refrattari al controllo degli "eletti del popolo".
3. Dipendenti comunali e pubblici che perdono progressivamente in professionalità, competenze e ruolo. Affiancati e sostituiti, di fatto, nell'esercizio delle proprie funzioni, da consulenti liberi professionisti (magari di Studi di valore nazionale e internazionale, dunque estranei al territorio), pagati direttamente da Aziende ed Enti interessati alla realizzazione di Progetti ed opere. Dunque, in conflitto di interesse.

Continuando ad investire in questa direzione non si risolvono le principali emergenze di Bologna e del Paese, quelle che rendono l'Italia meno forte e competitiva di altre nazioni d'Europa. Né si costruisce un Paese migliore, nell'interesse della maggioranza dei cittadini e, in particolare, dei giovani.
Infatti:
1. non è il Passante in Città che migliorerà la vita delle persone (a Bologna, in Emilia e in Italia);
2. non è investendo altri miliardi (pubblici e privati) su nuove corsie autostradali e di asfalto che si riduce l'inquinamento acustico ed atmosferico; né lo squilibrio strutturale tra gomma e ferro;
3. non è accettando un ridimensionamento delle Autonomie Locali a vantaggio (attuale e futuro) di Autostrade per l'Italia SpA che si fanno gli interessi dei cittadini e che si promuove il dialogo e la partecipazione democratica nelle comunità;
4. non è appaltando a manager, dirigenti e tecnici "dipendenti" di Autostrade SpA importanti scelte urbanistiche e progetti "sociali" storicamente propri delle Istituzioni e dei suoi apparati che si motivano, valorizzano e promuovono lavoratori e competenze degli apparati pubblici (comunali, regionali ed ex provinciali).

Al massimo, così, ci si può illudere di sveltire decisioni e tempi di realizzazione. Oppure, qualche Amministratore si può accreditare nei confronti di poteri privati, gruppi imprenditoriali o cooperativi, lobby di interessi, leader politici e partiti nazionali oramai trasformati in comitati elettorali e privi di radicamento culturale e sociale, di idee e di progetti coerenti con i principi costituzionali.

Qui sta, oramai, la contesa sul Passante in Bologna.
E' una vicenda, anche simbolica, che riguarda il comune futuro.
Non solo gli interessi dei residenti nelle aree limitrofe al nuovo Passante in città, ma tutto il popolo inquinato dell'area metropolitana, i pendolari che ogni giorno attraversano la Città per lavoro o per studio, i lavoratori del Comune, della Regione e della sanità, il personale medico e quello impegnato nella ricerca scientifica.
Si, il Paese deve contare su Bologna!
Ma non per fare ciò che vorrebbero Merola, Bonaccini e Renzi.
Bensì, per affermare scelte politiche nuove:
a. di conversione ecologica delle produzioni e dell'organizzazione della società;
b. di prevenzione "primaria";
c. di investimento sulle ferrovie, per rendere più competitivi e sicuri i trasporti locali e regionali, delle persone e delle merci;
d. di rilancio del ruolo delle Autonomie Locali e delle risorse a disposizione delle comunità locali;
e. di valorizzazione e qualificazione dei lavoratori e dei dirigenti pubblici.


18 commenti:

  1. Una lettura interessante e non banale.
    Fa pensare sugli interessi in campo e sulle forze coinvolte.
    In particolare la caduta di rilevanza dei comuni e il processo strisciante di privatizzazioni.
    Ciao!

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    1. Colpisce che Autostrade per l'Italia SpA, controllata al 100% dal Gruppo Atlantia SpA, che ha come socio principale la famiglia Benetton, possa finanziare anche strade provinciali di competenza di Comuni e Città Metropolitana. Mentre questi mancano delle risorse necessarie per le politiche infrastrutturali in materia di mobilità.
      In cambio naturalmente Autostrade avrà la rendita pluriennale determinata dagli introiti pagati dagli automobilisti per percorrere la A14 al netto dei costi di manutenzione.
      Chiaro lo scambio?
      Ed anche le ragioni per cui l'ammodernamento della rete ferroviaria non trova mai i finanziamenti necessari?
      Gianni

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  2. Con Merola per dare un valore alla scelta del Passante?
    Non mi riesce.
    Contro Merola per non farlo?
    Mi pare più facile.
    E non ditemi che sono solo l'uomo del No ...
    Si alla chiusura dei centri storici.
    Si ai veicoli elettrici.
    Si a milioni di euro per mezzi collettivi e meno inquinanti.
    Si alle ferrovie.
    Si alle due ruote.

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    1. Il problema non è il no, ma il pregiudizio.
      La povertà non è il no, ma il fondamentalismo.
      Ciò che non ti fa cogliere che il mondo propone varietà ed esigenze differenziate che vanno ricomposte riconoscendo una pluralità di soluzioni.
      Sandro65

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    2. A me pare che gli unici fondamentalisti qui siano quelli che chiedono di continuare ad investire prevalentemente su infrastrutture di asfalto e su autovetture, autocarri e gomma.
      Quando è chiaro che per aumentare le opportunità occorrerebbe assicurare la realizzazione di una moderna rete di trasporto pubblico.
      Senza la quale non c'è libertà di scelta.
      Gianni

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  3. In effetti in alcuni decenni si è passati da Amministratori e Dirigenti comunali del calibro di Pierluigi Cervellati e Giuseppe Campos Venuti o Mattioli e Scannavini a personaggi sconosciuti e di modesta visione.
    Nulla di personale, bensì un rilievo sul l'impoverimento del personale politico e tecnico degli Enti di rappresentanza.
    Tu proponi una rivalutazione.
    Penso sia possibile ed auspicabile.
    Non certo con il PD di Renzi, come lo chiama I.Diamanti, e i suoi alleati.
    Quindi il referendum di autunno deve riaprire prospettive nazionali.
    Senza dimenticare che un altro problema irrisolto resta l'Europa.
    Saranno mesi impegnativi. Densi di fatti e avvenimenti inattesi.
    pl

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    1. Ricostruire non sarà semplice.
      Ma non vedo alternative.
      Occorre promuovere e valorizzare le Istituzioni democratiche e l'auto governo delle comunità locali.
      Naturalmente (poter) agire localmente non è in contraddizione con pensare globalmente.
      Tutt'altro. Il progetto di un'Europa democratica e di Istituzioni internazionali autorevoli e rappresentative è di grande attualità (come detto più volte qui).
      Gianni

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  4. Nel mondo della globalizzazione c'è spazio per la democrazia e l'autogoverno delle comunità?
    D.V.

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    1. Perché no?
      La globalizzazione induce ed esige autogoverno, responsabilità, partecipazione, democrazia.
      Gianni

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  5. Galeazzo Bignami di Forza Italia propone il referendum.
    Possibile? Può s essere la conclusione?
    s.

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    1. Perché no?
      Alla arroganza del potere occorre rispondere con l'iniziativa, gli argomenti, il più largo coinvolgimento e la partecipazione democratica.
      Nella consapevolezza dei limiti (della legge e dello Statuto del Comune di Bologna) e delle opportunità (del valore politico) dello strumento.
      Gianni

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  6. Libere interpretazioni. Che in ogni caso hanno un senso. Converrai. Quanto a Bersani, non so quanto c'entri più con Bologna. Né quanto abbia ispirato Merola, che mi pare su questo molto Renziano.
    Antonio

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    1. Non mi interessa attribuire etichette o collocare politici nelle varie correnti o cordate di potere.
      Piuttosto capire le scelte, il pensiero e le azioni dei diversi interlocutori.
      Su questo mi pare che nel PD ci sia una continuità di approccio politico che unisce diversi protagonisti del passato e del presente: la sostanziale subalternità allo sviluppo economico e sociale costruito dalle classi dirigenti italiane nella seconda metà del secolo scorso.
      Oggi si impongono scelte radicali, di rottura con quelle pratiche e di ricostruzione (nel segno della conversione ecologica).
      Gianni

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    2. Scelte radicali? Non so se le possono fare uomini al Governo. In ogni caso io sono favorevole agli obiettivi con cui si conclude il post.
      Penso però che occorra gradualità e tenacia. Io lo definirei semplicemente riformismo. Non aggettivato. Per portarlo avanti sono necessari sindacati e partiti che si rifanno alla sinistra. E che si differenziano per concretezza e per collocazione di classe dai vecchi e dai nuovi padroni del vapore.
      Antonio

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  7. Sinistra? Non mi è chiaro che cosa proponga una sinistra del 21esimo secolo per Bologna.
    Ad esempio era di sinistra Merola 1 (quello dello sviluppo e del Passante a Nord) o è di sinistra Merola 2 (quello del Passante di Bologna e delle compensazioni)?
    Oppure erano di sinistra Bersani e D'Alema o sono di sinistra Renzi e Napolitano?
    Chiedo aiuto a chi si dice di sinistra.
    *****

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    1. Di sinistra è organizzare e difendere i lavoratori e i ceti più deboli.
      Di sinistra è impegnarsi per migliorare le condizioni di vita di tutti.
      Di sinistra è contrastare i soprusi dei più forti.
      Di sinistra è rappresentare i cittadini quando si governa.
      Antonio

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    2. Perfetto, ecco perchè la sinistra non amministra più questa città da anni.
      Ryan

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  8. Esautorare l’assessore Colombo (rieletto nell'ultima elezione) e sostituirlo con una persona che è già sindaco di Calderara e assessore alla mobilità della città metropolitana nonché moglie di un parlamentare vicino al premier...
    Ignorare l'impegno che si era preso, prima delle elezioni, aderendo alla campagna di "sai chi voti" a favore della trasparenza sulle nomine delle Partecipate... (vedi proposta della consigliera Emily Clancy)
    Imporre alla città di Bologna un progetto come il raddoppio di autostrada e tangenziale finanziato da Autostrade (ente privato) senza gara europea...
    Ai cittadini che abitano nelle zone popolari lambite da questo ecomostro verrà data l'illusione di "partecipare ai tavoli" dove si parlerà di scelte fatte da altri per interessi di altri sulla testa dei soliti sudditi.
    "Merola, ti prego…. fa qualcosa di sinistra!!"
    Giovanna Moretti

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