lunedì 20 giugno 2016

Cambia aria! Non ancora a Bologna.

Soffia un vento forte di cambiamento e di rinnovamento.
Lo dice il voto amministrativo.
Per il governo delle grandi città. Ed anche di molti Comuni medi e piccoli.
Alcuni dati, in apparente controtendenza, hanno motivazioni comprensibili ed evidenziano errori seri dei soggetti che vogliono davvero superare il sistema di potere consolidato.
Si apre una fase nuova ed interessante.
Per tutti.
Forse lo capirà presto anche Renzi.
E potrebbe stupire e spiazzare chi non riesce a riflettere adeguatamente sui processi in corso. Che non si colgono fermandosi alle semplici bandierine o alle percentuali conseguite, ma analizzando i voti assoluti (come sempre).
I valori effettivi ci parlano di persone, dei loro problemi e delle loro idee.
Ci dicono della drammatica crisi, di rappresentanza di soggetti nuovi su cui riflettere, di opinioni che si diffondono, di tendenze e controtendenze.
Proviamo ad approfondire.
Napoli.
Il Sindaco (arancione) De Magistris si conferma, consolidando la sua base elettorale (dato raro).
Al ballottaggio avanza (185 mila voti) rispetto al primo turno (172 mila).
Prima di amministrare, 5 anni fa, ne aveva ottenuti molti meno al primo turno (128 mila voti), ma assai di più nel ballottaggio (264 mila). Entrambi probabili effetti dello scontro con Renzi ed il PD campano (da ultimo sull'area da risanare e recuperare a Bagnoli).
Gli avversari sono divisi e crollati. Gianni Lettieri dai 179 mila del primo turno del 2011 è infatti progressivamente calato e ieri si è trovato nelle urne solo 92 mila voti.
Roma e Torino.
Vincono le giovani candidate del M5S (entrambe cinque anni di esperienza in Consiglio Comunale) su PD e alleati.
Virginia Raggi doppia Roberto Giachetti (personalità radicale e renziano): 770 mila voti contro 376 mila. Partivano rispettivamente da 461 e 325 mila (di 15 giorni fa).
Il M5S vince anche i ballottaggi nei Municipi capitolini, eccetto nei 2 del Centro Storico (socialmente abitati dalla media ed alta borghesia).
Nel 2013, il M5S aveva poco meno di 150 mila voti.
Ignazio Marino, invece, aveva vinto il ballottaggio su Gianni Alemanno con 664 mila voti contro 374 mila.
Dopo Mafia Capitale e la cura dei 2 Matteo (Renzi ed Orfini), in 3 anni, il PD dimezza.
Chiara Appendino vince nettamente su Piero Fassino (dirigente PCI- PDS e segretario nazionale DS, poi renziano): 202 contro 168 mila voti. Partivano rispettivamente da 118 e 160 mila.
Cinque anni fa Fassino aveva vinto al primo turno con 255 mila voti. Il M5S ne raccoglieva solo 22 mila.
Si registra dunque un travaso diretto, soprattutto nei quartieri operai e popolari, dove la disoccupazione giovanile supera il 40%.
Trieste.
Nella patria della Vicesegretaria PD e Presidente della Regione Friuli Debora Serracchiani, Roberto Cosolini, Sindaco per 5 anni, perde dal candidato di Centrodestra, Dipiazza: 40 contro 44 mila voti. Partivano da 28 e 39 mila di 2 domeniche fa.
Il candidato del M5S, terza forza, ne ha presi al primo turno oltre 18 mila. Complessivamente sotto i 2 mila voti due liste di sinistra.
Nel 2011 il candidato del Centrosinistra ne aveva conquistati 53 mila battendo nettamente al ballottaggio il candidato di Centrodestra, fermatosi allora a 39 mila.
Milano e Bologna.
Qui i candidati del PD battono quelli del Centrodestra, unito ma con "volti" diversi.
Beppe Sala (manager renziano) vince di misura su Parisi (manager moderato): 264 mila voti contro 247 mila. Partivano rispettivamente da 224 e 219 mila.
Mentre il M5S pur avanzando (dai 21 mila voti del 2011, a 52 mila) non sfonda e la sinistra critica non supera la soglia dei 20 mila voti.
E' dunque ipotizzabile un "soccorso" da sinistra a Sala sostenuto fortemente (soprattutto negli ultimi tempi) anche dal Sindaco uscente Pisapia. Che, comunque, nel 2011, aveva conquistato ben 365 mila voti battendo al ballottaggio Letizia Moratti, fermatasi a 298 mila.
Dunque il candidato del PD di Renzi (e del Vicesegretario lombardo Guerini) perde 100 mila voti rispetto al Sindaco "arancione". E parimenti calano i consensi del Centrodestra.
Virginio Merola (da vent'anni amministratore bolognese, prima sostenitore di Bersani e poi di Renzi, dunque sempre "vincente") ha sconfitto Lucia Borgonzoni (leghista): quasi 84 mila voti contro quasi 70 mila. Partivano da 69 e da 39 mila.
Dunque decisivi per un Merola che negli ultimi giorni ha firmato i referendum CGIL contro il Jobs Act, ha partecipato al corteo dei metalmeccanici in lotta per il contratto, ha invitato Renzi a "non tornare" e ha ricevuto il sostegno di dirigenti sindacali, ANPI ed ARCI, i 15 mila voti aggiuntivi che evidentemente sono arrivati da un elettorato critico di sinistra.
Infatti la Borgonzoni è andata oltre i voti ottenuti dal Sindaco uscente al primo turno.
E, tuttavia, è bene ricordare che, dopo 5 anni di Amministrazione, il Sindaco rieletto, pure avanzando sul primo turno, ha perso (anche al ballottaggio) oltre 24 mila voti dei 106 mila che lo avevano fatto vincere al primo turno nel 2011.

Ma Bologna merita una riflessione ulteriore.
Almeno per chi ha in testa una alternativa da costruire quanto prima possibile ad uno sviluppo economico, territoriale e sociale insostenibile e ad un sistema di potere sempre più insopportabile.
Che intreccia politica, imprese, finanza, istituzioni.
Qui la sinistra è in crisi di egemonia.
Lo si coglie dallo stato del PD, nella Cooperazione, di importanti Associazioni di categoria.
Dal travaglio di associazioni storiche, come ANPI ed ARCI.
Da diverse iniziative sindacali.
Ma la destra della Lega non è competitiva e apprezzata per ragioni politiche culturali, storiche ed attuali, anche assai rispettabili e condivisibili.
Ma, cosa sarebbe successo se a contendere il ballottaggio al PD di Merola (di Bonaccini e di Renzi) anziché una giovane donna sponsorizzata da Matteo Salvini ci fosse stata una trentenne competente, ambientalista, alternativa del M5S (come a Roma e a Torino) o di una corposa e solida Coalizione Civica?
Certo, non c'è controprova.
Ma, forse, provare a rispondere insieme a questa domanda farebbe riflettere tutti su vari limiti ed errori commessi negli ultimi due anni. Da più parti.
Grillo e amici.
Per avere, qui e ripetutamente, alimentato incomprensioni e personalismi eccessivi all'interno di un movimento che si era imposto, prima che altrove, all'opinione pubblica. Affrontando problemi reali e ancora irrisolti. Con successo. Da Parma a Comacchio.
Quindi, per avere anteposto fedeltà e/o ortodossia interna a creatività, elaborazione e progetto, ad apertura, iniziative e coinvolgimento (che solo in poche occasioni si è manifestato con scelte anche apprezzabili, vedi possibili Assessori della eventuale nuova Giunta a 5 stelle).
Zani e compagni.
Giusta l'intuizione dello storico dirigente PCI, PDS e DS di dare vita ad una esperienza originale di Coalizione Civica.
Comprensibile ma debole la caratterizzazione locale, in un contesto in cui pesano fortemente le scelte nazionali ed internazionali sul governo dei territori e sulla vita e la credibilità delle Autonomie Locali.
Carente la progettualità su punti dirimenti e mobilitanti come, ad esempio, le priorità della conversione ecologica, dell'adeguamento dei servizi sociali verso migranti e lavoratori stranieri, della democrazia e della trasparenza nella vita delle istituzioni e della nascente Città Metropolitana. Eccessiva l'enfatizzazione della personalità unificante da candidare a Sindaco, che ha aperto la strada ad un dibattito lunghissimo, travagliato e conclusosi con primarie vissute in termini di "vincitori" e "vinti", fino all'abbandono e al misconoscimento della parte prevalente in C.C.
SEL - SI e soggetti politici o socio - culturali.
Parti portanti e, alfine, maggioritarie dell'esperienza di Coalizione Civica, queste, hanno l'indiscutibile merito di avere scelto (seppure in tempi recenti o recentissimi) un percorso di autonomia dalla maggioranza politica di Merola o di impegno politico convergente con altri soggetti.
E, tuttavia, mantenendo sempre un "approccio federativo" della nuova esperienza di C.C., come forze autonome ed organizzate, quasi subito hanno reso complessa la vita democratica dell'Associazione originariamente diversamente definita, fino all'abbandono di parte significativa dei soci fondatori.
In più e successivamente, almeno parti significative di questi soggetti sono apparsi più propensi a sostenere proprie rappresentanze nel futuro Consiglio che non a ricercare terreni qualificanti e distintivi del Progetto alternativo di Città, su cui accrescere protagonismo sociale e forza elettorale.
Un solo clamoroso esempio: troppo tardi e debole è emerso il no al Passante di Mezzo ed il progetto alternativo per la tutela dell'ambiente urbano ed una mobilità sostenibile. Così su questo terreno sono risultati più credibili agli occhi di vari comitati di cittadini, Liste di destra e di Centro, in realtà prive di un reale approccio ambientalista.
Che dire, infine, della generale difficoltà ad affrontare direttamente un dialogo fattivo e fruttuoso, per crescere in conoscenze e competenza.
Il privilegiare continuo di logiche forzate di autosufficienza e/o di concorrenza rispetto al tentativo di costruire ponti per la comunicazione e l'incontro di militanti, volontari e cittadini interessati a fare valere "beni comuni" e diritti negati.
Così procedendo, Massimo Bugani celebra il successo della terza piazza (con il 17%) dopo la Borgonzoni (al 22%) e Federico Martelloni la quinta posizione (con un 7% che doppia quello raggiunto da Airaudo a Torino, e da Basilio Rizzo a Milano e supera nettamente anche quello raggiunto da Fassina a Roma).
Possiamo accontentarci?
Difficile di fronte ai problemi sociali e politici, locali e nazionali, che attendono risposte forti e di cambiamento.

Per concludere, un ulteriore stimolo alla ricerca e al dibattito.
Sicuramente da studiare e capire il voto negli altri Comuni.
Si evidenziano tre risultati.
1. Su 20 ballottaggi in cui erano presenti, i candidati del M5S hanno vinto in 19 realtà medie o piccole.
2. Nel Comune di Sesto Fiorentino, dove il Segretario - Presidente del Consiglio ha scelto di chiudere venerdì 3 giugno la campagna elettorale, il candidato del PD Renziano, Lorenzo Zambini, ha perso il ballottaggio, con il 34,5% contro il 65,5% nei confronti dell'ex compagno di Partito, Lorenzo Falchi, della minoranza di sinistra, espulso (!) insieme ad altri 7 consiglieri comunali, perché critico rispetto alle scelte dell'Amministrazione di sostenere (sul loro territorio) il nuovo Aeroporto di Firenze e un grande inceneritore.
3. In Emilia su 8 Comuni al ballottaggio il PD ha riconquistato Cesenatico (sul Sindaco uscente di Centrodestra), ma ha perso Cattolica (vinto dal M5S), Cento (nuovo Sindaco un civico che batte il Centrodestra), San Giovanni in Persiceto (nuovo Sindaco un civico, che conquista l'elettorato di destra), Finale Emilia (nuovo Sindaco della Lega di Salvini), Pavullo nel Frignano (nuovo Sindaco sostenuto dalla Lega Nord), Casina (nuovo Sindaco civico della lista "Bene Comune").
Si conferma solo Ravenna. Dove De Pascale (34 mila voti) perde qualche voto sul primo turno, nonostante la presenza di altre liste di sinistra (complessivamente 14.500 voti), ma perde ben 13 mila consensi rispetto a Matteucci, Sindaco precedente.

Si, spira un vento fresco e frizzante, fortissimo. Sarebbe ora di tentare di cambiare aria ovunque.
Contro l'inquinamento che soffriamo.
Ingaggiando la sfida di politiche nuove e alternative a quelle fallimentari di Renzi.
Ben oltre le beghe e le vicende interne ai partiti.

17 commenti:

  1. Interessante e ponderoso.
    In fondo sono contenta che il Centrodestra non abbia prevalso a Bologna e Milano.
    Che De Magistris abbia rivinto a Napoli.
    E che il PD abbia perso a Roma e Torino.
    Ora sarà più impegnativo per tutti.
    E in autunno il referendum su Renzi e le sue riforme.
    Saremo all'altezza?
    Anna

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  2. Renzi e soci hanno finalmente perso. A Roma come a Torino. In Toscana e in Emilia, in Liguria e Friuli.
    A Milano e Bologna perdono ugualmente tanti voti ma il maggior relativo benessere generale e i limiti delle forze del cambiamento di cui si parla nel post ha conservato le amministrazioni di centrosinistra.
    Restano i problemi sociali / ambientali / del territorio / del lavoro.
    Su questi si deve dimostrare buon governo.
    I vecchi conservatori e i nuovi arrivati.
    Carlo

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    1. Sicuramente una sfida per tutti.
      Vecchi amministratori confermati e nuove maggioranze su cui sono riposte inevitabili aspettative.
      Gianni

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  3. Il nostro sindaco ha rivinto e perso voti (come scrivi qui).
    Ma pare felice e scarica responsabilità (sue) su altri (suoi vecchi colleghi oltre gli Appennini).
    Lo aspettiamo al varco su passante di mezzo e altro.
    Festeggi sereno!
    Nadia Bonora

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    1. Si, fin qui pare una gara assurda e irresponsabile a scaricare responsabilità.
      Sindaci fin qui "renziani" in direzione del Governo quasi non ci fosse un giudizio anche su di loro e loro non avessero condiviso, insieme al Presidente del Consiglio, i tagli agli Enti Locali, oppure sottoscritto molti discussi progetti locali come, a Bologna, il Passante di Mezzo.
      Renzi e il suo Giglio Magico verso quelli che definiscono "vecchi Sindaci", quasi non fossero espressi dal partito che loro stessi dirigono e che candidati vincenti non fossero risultati anche Mastella, a Benevento, e Dipiazza, a Trieste.
      No. Servono riflessioni ben più serie e profonde.
      Nel merito di politiche e scelte sbagliate.
      Gianni

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  4. Bologna E' un problema. È un problema perchè non conosce una sana alternanza (come sul mercato, la concorrenza può aiutare il cliente finale). La non alternanza col passare del tempo legittima da parte di chi detiene il potere, arroganza, presunzione, radicamento "maligno" che alimenta una spirale di clientelarismi e di interessi individuali e corporativisti. E' un problema perchè non può contare su forze di opposizione in condizionedi esprimere qualità e unione di intenti :era così impraticabile, pur nella diversità, creare uno, due, tre punti qualificanti su cui fare gioco di squadra? Un esempio, già citato, il Passante di Mezzo, tutti concordi sul fatto di essere il prototipo di un"Ecomostro", ma rigorosamente divisi sul modo di esprimere le contrarietà. Il dubbio legittimo è quello che da parte delle minoranze si cerchi di evitare che l' unione faccia la forza, in modo da essere certi che l' avversario (ancorchè vulnerabile) si confermi ogni volta vincitore.
    E' un problema perchè se da tante parti il cambiamento è già realtà o si sta prefigurando, a Bologna non siamo nemmeno alle prove tecniche..

    Ryan

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    1. Concordo sul fatto che anche a Bologna esiste un sistema di potere che col tempo si è consolidato e ora risulta privo di precise strategie di trasformazione e fine a se stesso.
      Dissento nel ritenere la mancata alternanza causa prima della arroganza e della presunzione sicuramente presenti in modo esteso tra gli amministratori ed i politici.
      Anche perché non mi pare sia una prerogativa delle sole forze di maggioranza nella nostra città.
      Anzi, aggiungo che se diversi uomini, candidati e coalizioni della minoranza non avessero peccato di presunzione ed anche arroganza, forse avrebbero avuto migliore fortuna politica ed elettorale.
      Inoltre mi pare che là dove l'alternanza è stata sperimentata non ci si trova in una situazione molto migliore.
      Per me la politica e i governi, locali e nazionali, debbono innanzitutto accrescere e qualificare tutti gli strumenti di partecipazione consapevole e responsabile alla vita delle comunità: evidenziando i problemi, analizzando le contraddizioni, socializzando le conoscenze, confrontando le possibili soluzioni, bilanciando le risorse esistenti e i bisogni fondamentali, rispettando ruoli ed ambiti, pesi e contrappesi istituzionali.
      Ad esempio, qui ed ora, come si può governare la questione dell'ambiente e della mobilità nel nodo di Bologna?
      Io la vedo così:
      1. Fornendo e socializzando i dati richiesti: dell'inquinamento atmosferico (polveri fini, ossidi di azoto, ...) ed acustico (decibel); dei flussi di mobilità, origine - destinazione (cittadini, regionali, extra); dei diversi sistemi di mobilità e degli sviluppi previsti (aeroporto, TAV, SFM, TPER, bici); delle tendenze demografiche (natalità e mortalità, flussi migratori).
      2. Mettendo in campo tutte le soluzioni fin qui prospettate considerando costi economici ed ambientali prevedibili e le relative incidenze sulla vita dei cittadini:
      a. Pssante Nord autostradale;
      b. Passante di Mezzo, nella versione più 4 - 6 corsie;
      c. Passante Sud, con nuovo tunnel di collegamento San Lazzaro - Casalecchio di Reno;
      d. Razionalizzazione delle 12 corsie esistenti, superando l'autostrada nel tratto cittadino;
      e. Soluzione Zero, mantenendo la situazione in essere, almeno fino a completamento e decollo del SFM e della nuova rete TPER.
      3. Confronto pubblico cittadino e internazionale sulle diverse ipotesi emerse, impegnando consigli comunali e di quartiere, studiosi ed esperti, esponenti delle organizzazioni sociali;
      4. Scelta definitiva da parte dei cittadini attraverso un referendum.
      Insomma una strada che risolve la questione al di la della stessa divisione Coalizione Merola - Coalizioni di Minoranza (Centrodestra, M5S, Sinistra che faticano a mettersi insieme e a starci).
      Parliamone! La questione è di estrema attualità.
      Gianni

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  5. C'è chi ha vinto, c'è chi ha perso.
    È vero Renzi ha detto cose che altri, al suo posto, avrebbero ammesso solo dopo morti.
    Grillo ha usato toni gentili e nessun vaffa, come pochissimi pensavano di ascoltare.
    Ecco, cambia aria ... Si.
    Però ...
    Nessuno dimentichi che metà dei cittadini non ha votato.
    1 su 2.
    Non si può prescindere da questa realtà.
    Che sta in testa a ogni altro commento.
    Vale

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    1. ..e che chi ha vinto con poco più del 50% di poco più del 50% dei votanti, secondo l`aritmetica è il sindaco di poco più di un quarto di tutta la cittadinanza "attiva", non rappresentandone di fatto la maggioranza. Ma tanto, come da dichiarazioni fatte, l importante è avere vinto. Con la maggioranza assoluta in Consiglio, di tutte le filosofie chissene.....
      Ryan

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    2. Si. Giuste sottolineature. Non a caso le valutazioni è necessario farle sui valori assoluti (il numero dei voti) e non solo sulle percentuali (che prescindono dai partecipanti e dagli astenuti).
      Del resto qui sta la differenza tra chi si propone di "governare" e chi, invece, vorrebbe "comandare" o si limita a "gestire".
      I primi hanno bisogno del concorso di tutti e comunque di maggioranze qualificate e consapevoli i secondi del controllo del consiglio e della macchina amministrativa.
      Gianni

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  6. Si chiede governabilità.
    A Bologna la Maggioranza ai minimi storici corrisponde al numero più alto di Seggi consigliari.
    Con il 38% Merola ha 22 consiglieri su 36!
    Va no là

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    1. :-) :-) :-) Si può....(Giorgio Gaber)

      Ryan

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    2. Appunto.
      Vogliamo attuare i principi e le norme Costituzionali ispirati all'equilibrio tra rappresentanza e governo (che, non a caso, valorizzano la partecipazione democratica dei cittadini e le Autonomie Locali) oppure rivederli per spostare l'equilibrio a favore del governo per rendere le scelte degli "Eletti" (soprattutto Premier e Sindaci) più "veloci" e "semplici" (come, da ultimo, sostengono Renzi e Boschi)?
      Insomma, preferiamo partecipare o delegare?
      Gianni

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  7. In qualche modo Renzi ha già stupito e spiazzato.
    Riconoscendo:
    a. il successo dei Grillini,
    b. il loro essere forza per il Cambiamento.
    Credo stupirà ancora e spiazzerà ancora.
    Questo fine settimana ci sarà il confronto nazionale nel PD.
    Se ne vedranno di belle!
    Ops

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    1. E' probabile.
      Teniamo orecchie attente ed occhi aperti.
      Gianni

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  8. Ho letto male o Renzi a fronte di una prima perentoria affermazione: se al referendum vince il no mi dimetto, ha già rettificato: se vince il no stiamo approntando il piano B?
    Ryan

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