mercoledì 22 giugno 2016

Prodi, D'Alema, il PD e Bologna

Analisi spietate, lucide e sferzanti.
Che parlano della realtà e del futuro.
Con una doverosa premessa.
Non determinano nostalgia. Almeno per chi ritiene che, alla base della crisi di oggi, ci siano precise e gravi responsabilità dei massimi dirigenti del Centrosinistra degli ultimi decenni.
Ma le due personalità importanti che hanno fatto la politica italiana (come i commenti alla vicenda del Presidente della Regione Emilia, Vasco Errani, e "il retroscena" raccontato dal Corriere di Bologna) ci aiutano a capire meglio le vere sfide che abbiamo davanti, le questioni sociali e politiche su cui lavorare, i soggetti e i possibili protagonisti del necessario cambiamento.
Afferma Romano Prodi, intervistato da la Repubblica: "se non cambi le politiche, il politico cambiato invecchia anche in un paio d'anni ... La mancanza di risposte efficaci logora. E al momento si sente la mancanza di risposte".
Insomma, anche per Romano Prodi le scelte internazionali ed europee, come quelle di Matteo Renzi e del suo PD non aggrediscono "le cause reali delle paure", "l'insicurezza economica", "l'ingiustizia crescente".
"La disonestà pubblica peggiora le cose, ma la radice è la diseguaglianza. Ci siamo illusi che la gente si rassegnasse a un welfare smontato a piccole dosi, un ticket in più, un asilo in meno, una coda più lunga ... Ma alla fine la mancanza di tutela nel bisogno scatena un fortissimo senso di ingiustizia e paura che porta verso forze capaci di predicare un generico cambiamento radicale".
Il Professore, due volte Presidente del Consiglio e poi Presidente della Commissione Europea, sottolinea la "fortissima omologazione delle politiche, da Clinton alle grandi coalizioni tedesche, all'Italia ... Non mi faccia dire del Partito della Nazione".

Massimo D'Alema su il Corriere della Sera, rileva, con dati ed esempi (da Milano, a Roma ... e Sesto Fiorentino), come "una parte molto grande dell'elettorato di sinistra non si riconosce nel PD" e sentenzia: "questo risultato mette in discussione sia il rapporto tra il PD il suo elettorato e la società italiana, sia la politica del Governo".
La valutazione sulle politiche di Renzi è netta: "la chiave non sono le mance di tipo elettoralistico; dovrebbero essere gli investimenti pubblici, la cui riduzione prosegue. E le maggiori mance sono andate ai proprietari delle case di lusso e come incentivi agli imprenditori. Si è fatto molto poco per i lavoratori e nulla per i vecchi e nuovi poveri. Infatti non ci votano".
Infine, il segretario del vecchio PDS e poi Capo del Governo, annuncia un No motivato al prossimo referendum sulla revisione della Costituzione: "è una riforma sbagliata, produce più danni di nessuna riforma. Peggiora le cose, perché riduce gli elementi di controllo democratico e - combinata con l'Italicum - trasforma il Parlamento nella falange di un capo".
E conclude: "è stato un gravissimo errore personalizzare in chiave plebiscitaria il referendum, che dovrebbe essere un pronunciamento dei cittadini libero da qualsiasi ricatto ... Certo, se lui insistesse, si dovrebbe costituire un nuovo Governo".

Prodi e D'Alema furono tra i promotori del PD.
Difficile prescindere dagli argomenti che propongono, oggi, se quel partito vuole continuare a vivere e presentarsi come forza di governo del Paese e dell'Europa.

E tuttavia pare che a Roma come nelle periferie i dirigenti del PD siano in tutt'altre faccende affaccendati.
Un esempio?
Prendiamo a riferimento Bologna e l'Emilia Romagna.
Oggi, il Corriere di Bologna propone un interessante "retroscena" della politica bolognese, sotto il titolo riassuntivo "Il patto Merola - De Maria. Sindaco Metropolitano, Parlamento e Passante".
Secondo il giornalista Olivio Romanini "l'inadeguatezza" del Sindaco uscente, denunciata dall'onorevole (dello stesso partito) un anno fa, sarebbe stata superata da un accordo di fatto che spartiva tra i due (e pochi altri in futuro) i posti di comando e determinava due scelte amministrative e "di governo" del territorio:
(1.) la rinuncia al Passante Nord autostradale con la decisione di realizzare il Passante di Mezzo in Città (in barba alla priorità del SFM e di Tper e alla "conversione ecologica" della organizzazione della vita delle persone);
(2.) il passaggio dal Comune di Bologna ad una Città Metropolitana, che cancella entro il mandato 2016-2021 il Comune di Bologna e crea diverse decine di Municipalità (San Donato - San Vitale al pari di Imola, Reno - Borgo Panigale come il nuovo Alto Reno, o Navile pari a un prossimo auspicabile Ozzano - Monterenzio).
Tutto senza un chiaro e trasparente Progetto 2020-2030; sulla testa dei cittadini, ovvero affrontando "le discussioni" a decisioni Istituzionali sottoscritte.
Infatti sul punto (1.) il 15 aprile Renzi, Bonaccini e Merola sottoscrivono con Società Autostrade SpA l'accordo (e gli impegni finanziari) "per allargare a 16 - 18 corsie l'Autostrada - Tangenziale", il 27 aprile il Consiglio Comunale ratifica l'accordo, da luglio ad ottobre il confronto pubblico "per accogliere osservazioni e suggerimenti" rispetto alla scelta.
Mentre sul punto (2.) relativo all'assetto istituzionale, intanto si è votato per i 6 Nuovi Quartieri e future Municipalità.
Quanto a ruoli, attribuzioni, funzioni, strumenti per la partecipazione ed il governo effettivo dei processi e delle scelte amministrative concrete (dai servizi, alle tariffe, al traffico) si vedrà.
Un percorso irresponsabile: procede per fatti compiuti, deprime e mortifica la partecipazione e l'assunzione di comuni e personali responsabilità, senza le quali prevarranno inevitabilmente le tendenze peggiori.
Quelle che Prodi, guardando al mondo occidentale, propone come "l'ondata mondiale, partita in Francia, ora in America. Lo chiamano populismo". Insomma i Trump e le Le Pen in versione italiana.
A proposito del voto Prodi ammonisce: "il gioco è molto più grande di un municipio, il problema è che alle grandi forze politiche nazionali manca un'interpretazione della storia e del presente".
Si, il presente.
Sempre il Corriere Bologna racconta (pagine 2 e 3) delle reazioni politiche alla assoluzione di Vasco Errani nel processo per la vicenda della cooperativa Terremerse, presieduta dal fratello Giovanni. Titolo: "Dal PD a Forza Italia, tutti contro i Magistrati". Nell'articolo spiccano le parole pronunciate dal Sindaco di Bologna: "c'è un tema grande come una casa a livello nazionale sulla responsabilità dei magistrati, servono normative adeguate a un paese civile".
A tre giorni dalla rielezione viene da chiedere quanti bolognesi che pure lo hanno votato si sentano rappresentati da una simile dichiarazione?
Non è tutto, naturalmente.
"Renzi telefona all'ex governatore. Ora per lui si riapre la strada di un posto a Roma o nel partito" altro titolo, ancora del Corriere di Bologna. Con sottotitolo: "la spinta di Bonaccini: ci serve. Calvano verso un incarico al Nazareno".

Se queste sono "le riflessioni" post voto amministrativo ed il rinnovamento auspicabile secondo i dirigenti del PD, forse tanti cittadini (anche Prodi e D'Alema?) la prossima volta saranno indotti a votare M5S.
Tra l'altro non si ricandiderà Massimo Bugani. Per il Non Statuto e perché tra le forze di opposizione e del cambiamento è tempo di compiere un salto di qualità. Nel reciproco riconoscimento, nelle priorità e nei progetti che accomunano, nei candidati e nei simboli.

Ma, in attesa delle prossime elezioni, per evitare il peggio e preparare il meglio ripartiamo dai problemi, discutendo soluzioni e iniziative comuni.

32 commenti:

  1. Renzi ha avuto una spinta propulsiva perchè ha "eliminato" gente come D'Alema, che, almeno per me, non ha alcuna credibilità.
    Francamente trovo curioso che si erga a difensore di non si sa quali valori. E con che faccia.

    ciao

    MDC

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    1. D'Alema ha sbagliato molto e non sta certo simpatico.
      Come altri uomini politici e di potere.
      Personalmente lo ritengo tra i principali responsabili per lo stato in cui versano il Paese e la sinistra italiana ed europea.
      So tuttavia che è persona colta e con argomenti. Considerata.
      Trovo dunque sbagliato non confrontarsi con il merito delle questioni che pone.
      Quanto a Renzi, penso che un giudizio compiuto sia ancora prematuro.
      E tuttavia dovessi scegliere un occasionale compagno di viaggio, non avrei dubbi.
      Gianni

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    2. Confrontarsi sempre, ma proprio per questo determinati temi dovrebbero essere posti da una persona credibile, altrimenti ci confrontiamo tu ed io.
      D'Alema dà solo l'impressione di uno che vuole riprendersi il partito, non di chi ha a cuore il futuro della sinistra.
      ciao

      MDC

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    3. Su D'Alema (o Prodi, o Renzi).
      L'esperienza personale mi ha abituato a seguire, leggere ed ascoltare ciò che uno dice e fa.
      Per capire e riconoscere, nell'evolvere delle situazioni, amici, alleati ed avversari.
      Sinistra (o Centrosinistra, o altri).
      Ciò che a me interessa è migliorare la nostra vita, dare futuro a chi non lo vede e dunque costituisce un problema, apprezzare e rispettare l'ecosistema naturale.
      Movimenti, coalizioni e partiti sono "strumenti" utili a questo fine.
      Diversamente, sono solo strumento di potere e di conservazione. Da combattere, perché preparano il peggio.
      Gianni

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  2. Il citato articolo del Corriere di Bologna merita una completa lettura in quanto individua in una scelta politica l' abbandono del progetto del Passante Nord in favore dell' allargamento di Autostrada e Tangenziale. In sintesi, il sindaco uscente si vende la città in cambio della riconferma, il leit motiv del consumo del suolo appare la giustificazione a pretesto. L' altra questione evidenziata riguarda il "riordino" della città metropolitana, con la sparizione-"spartizione" del Comune di Bologna e la elezione diretta del sindaco metropolitano, preparando il terreno per una gestione "dinastica" della amministrazione. Per personaggi e interpreti si rimanda alla lettura dell' articolo.
    Ryan

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    1. Purtroppo, a conferma che nella scelta del Sindaco Merola e del PD sul Passante di Mezzo ha prevalso un "Patto di Potere" piuttosto che una legittima (più o meno condivisibile) "valutazione politica" è la stessa Irene Priolo, Sindaca di Calderara.
      Dice, la dirigente PD e Consigliera delegata alla Mobilità e infrastrutture della Città Metropolitana, in una intervista al Corriere di ieri: "nel dibattito pre-elettorale è mancato un progetto di città".
      Affermazione forte!
      No?
      Gianni

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  3. Non è la prima volta che Merola parla a ruota libera .....
    Imprevedibile e avventuroso.
    Assolutamente inadeguato.
    Una previsione. Non finirà il mandato.
    Mario C.

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    1. Il problema è l'alternativa.
      Occorre lavorarci. Non è scontata. Né lo è la direzione di marcia.
      Gianni

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  4. rispetto a quanto accaduto oggi, le elezioni sono state fatte un'era geologica fa....
    onestamente farò fatica a votare per gli amici di farage
    ciao

    MDC

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    1. Fammi capire meglio il tuo pensiero.
      Personalmente penso che Farage (o altrove Le Pen, ecc.) sono il prodotto insostenibile di Thatcher e Blair, di Sarkosy e Hollande, di Juncker e Schultz.
      Il problema è rimuovere le cause, non gli effetti ...
      Gianni

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    2. Io invece penso che Farage sia il prodotto di Farage.
      E che sfrutti la propaganda populista per una soluzione assolutamente devastante.
      Se le istituzioni UE non hanno risposto alle esigenze della popolazione, la soluzione non è uscire.
      Farage e la Le Pen sono degli opportunisti e non sono affatto un effetto, ma la causa di chi stravolge i problemi della UE riversandoli sugli immigrati. Alla fine in GB hanno votato sulle banche (concetto assai generico e superficiale) e sull'immigrazione. Se ora pensano che a pagare saranno i ricchi, hanno fatto male i conti.

      MDC

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    3. Vediamo di capirci.
      1. Hai ragione tu su Farage (e Le Pen o altri).
      2. Intendevo solo dire che lo spazio che hanno ora è possibile per gli errori delle politiche irresponsabili dei Governi Conservatori e delle Destre, nonché dei Laburisti e dei Socialisti.
      3. Non solo loro naturalmente, ma anche di altri soggetti sociali e politici (di Sinistra-sinistra e di Centro-liberista).
      Sulle soluzioni.
      1. Io non sono per "uscire dall'Europa". Perché mi sento europeo e perché credo che "le soluzioni" ai problemi sociali ed ambientali del nostro tempo sono almeno di dimensione continentale.
      2. Dunque, voglio un'altra Europa. E dico che questa Europa è un problema. Per la maggioranza dei suoi cittadini e in particolare per i giovani. Per i popoli di altri continenti. Perché non riesce a produrre idee di progresso e civiltà, perché produce e vende armi e cattive "ideologie", perché sfrutta risorse naturali preziose attraverso la rapina e le "guerre infinite" nel terzo e nel quarto mondo. Perché fa affari con dittature e regimi autoritari.
      3. Per costruire una alternativa democratica e di civiltà penso sia necessario unire un vasto arco di forze culturali, sociali e politiche (ben oltre le "classi lavoratrici" e la "sinistra" storica).
      Su obiettivi semplici e aggreganti. Primo, la Democrazia si fonda sulla rappresentanza e su Governi autorevoli perché scelti direttamente dai cittadini. In questa Europa non è così. Conta la Troika e non il Parlamento e la Commissione. Secondo, occorrono politiche industriali, ambientali, sociali, fiscali comunitarie che superino le contraddizioni e le disparità nazionali. Terzo, vanno riconosciuti diritti universali degli individui, di pace, di sicurezza e di disarmo. Sono per Forze Armate Europee, Servizi di Intelligence e di Polizia coordinati sotto un unico comando.
      Mi fermo qui.
      Tu dici nel precedente commento "farò fatica a votare per gli amici di Farage". Immagino ti riferisca al M5S. E' così?
      Ti dirò che pure io penso che Farage vada combattuto per le sue idee.
      Tuttavia vedo grandi differenze sostanziali e pratiche tra M5S e UKIP (almeno per quello che conosco).
      E oggi in Italia non vedo alternative democratiche e di civiltà contro o senza il M5S.
      Naturalmente penso ci siano molti altri che hanno il compito di costruire soluzioni di cambiamento. In politica e nella società. Ma non mi pare lo facciano con la coerenza e la determinazione necessarie.
      Tu come la vedi in proposito?
      Gianni

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    4. Penso che il M5S sulla questione UE deve prendere una posizione chiara netta e univoca.
      Si è passati dal "no euro" all'alleanza con Farage ad una timida presa di distanza.

      Rischio di addentrarmi in un discorso ampio e complesso e per questo quanto vado a scrivere sicuramente non illustra pienamente il mio pensiero.

      Che la UE finora abbia disatteso le speranze di chi credeva in una realtà come gli Stati Uniti d'Europa è un dato di fatto.
      Ma si deve fare molta attenzione agli approcci estremisti: urlare "no euro" o "uscire dalla UE" senza però spiegare nei minimi particolari cosa faremo dopo, è troppo facile. Eppure questi argomenti fanno leva sulla pancia delle persone.
      L'euro: è luogo comune pensare che la moneta unica ha peggiorato le nostre vite perchè "tutto costa di più". Sarebbe bastato esercitare un controllo dei prezzi più severo e l'obbligo del doppio cartellino per due anni, anzichè per sei mesi. E in quel periodo governava proprio chi ora si fa paladino del "no euro".

      Non si può fare finta che i mercati e la finanza non esistono: non devono governare il mondo nè condizionare le nostre vite, ma non possiamo esultare se crollano le borse. Non dimentichiamo che la crisi occupazionale e dell'economia reale nasce da un crack finanziario. Parlare di Europa delle banche come se se ne potesse fare a meno è utopia.

      Non si può passare da un estremo ad un altro. La realtà è una serie di interconnessioni che comprendono anche i mercati, anche le banche, anche la crescita.
      Quindi d'accordo con te sul punto 3, ma basta stupidaggini populiste.
      Il M5S è ancora sulla strada del "duri e puri", agiscono solo sui malcontenti senza dare soluzioni che tengono conto di una realtà che ormai fa parte della nostra vita. Le rivoluzioni sono chimere.

      ciao

      MDC

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    5. Penso che tu abbia ragione nell'evidenziare le contraddizioni (e le evoluzioni) presenti nel M5S su Europa, Euro, e politiche comunitarie. Ci sono sicuramente e vanno affrontate. Loro debbono risolverle quanto prima, se vogliono proporsi come forza credibile e di governo.
      Quel che penso io è che dobbiamo dargli tempo (non troppo) per elaborare, sperimentare, correggere.
      Sappiamo, infatti, che altri hanno già fallito e perseverano: propongono "non soluzioni", difendono con arroganza interessi di pochi e causa di ingiustizia e "ribellione". Vogliamo fare nomi e cognomi? Sono quelli che si sono alternati al governo dei paesi e della Comunità.
      Quelli che operano nelle Istituzioni europee ed internazionali perché, nella sostanza, nulla cambi in economia e nel potere reale. E, per questo, sono anche disposti a comprimere libertà e democrazia.
      Vedi, anche per me, il problema non sono l'euro, i mercati e la finanza (in se).
      Ma una ideologia sbagliata, di chi erge questi su tutto. Come se euro, mercati, finanza e banche non fossero "strumenti" da "regolare" e rapportare ai bisogni primari e fondamentali della natura, dell'uomo e delle società contemporanee.
      Vedi, anch'io non esulto (come potrei?!) se crollano le borse.
      Ma so, come sai tu, che "la crisi occupazionale e dell'economia reale" non "nasce da un crack finanziario" improvviso. Ma da ben altre e più profonde contraddizioni. Che hanno origine nei sistemi di produzione, nei modelli di sviluppo, nelle logiche di potere che dominano e prevalgono nelle "nostre" società.
      Questi vanno cambiati. "Le rivoluzioni sono chimere"?
      No. Solo i pigri o i privilegiati possono sostenerlo.
      Il mondo reale ha vissuto di rivoluzioni. Con esiti positivi o no.
      Tuttavia, oggi di "un cambiamento" radicale c'è bisogno.
      Non ricercarlo e sostenerlo è da irresponsabili.
      Non so se il motore italiano saranno i 5Stelle o altri.
      Tutto dipende da capacità critiche, idee, competenze, coerenze, creatività, rapporti sociali e progetti costruttivi.
      Fin qui, però, altri a destra, al centro o a sinistra si sono dimostrati di gran lunga più indietro. Ed anche "impuri e molli". Non credi?
      Gianni

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  5. Prodi ora affronta il tema centrale di sistemi politici ed economici che alimentano diseguaglianze e ingiustizie.
    Anche se lui non pare privo di responsabilità rispetto a questa deriva europea e internazionale.
    Purtroppo non vedo il PD in Italia e il PS in Europa in grado di governare il cambiamento necessario.
    L.

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    1. Concordo e insisto.
      Occorre con modestia costruire una alternativa. Credibile, come direbbe MDC. Di società e di classi dirigenti.
      Meglio. Concorrere con modestia e apertura mentale a questa grande opera. Perché a me pare ci siano soggetti già in movimento.
      Da cui è sbagliato prescindere.
      Gianni

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  6. Ma come il Pd non in grado di governare ...
    Sono del Pd Prodi, D'Alema, Fassino e Renzi, Orfini e Madia.
    Sono del Pd Merola, Gualmini, Errani e Priolo.
    Capito?
    Sic

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    1. Il PD è un partito ricco di contraddizioni esplosive.
      Ci sono forze conservatrici, interessate principalmente a difendere il sistema economico e sociale; poi soggetti innovatori e critici. Parte dei quali interessate ad un ammodernamento "liberale"; altri ad una più equa distribuzione delle risorse e dei redditi.
      La costruzione di una alternativa deve tenerne conto.
      Contrastando uomini di potere e dialogando con interlocutori disponibili.
      Sui problemi concreti le verifiche.
      Gianni

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  7. Io di D'Alema ho apprezzato il no alle Riforme Costituzionali di Renzi/Berlusconi/Verdini. Che altri della Minoranza PD, purtroppo, non hanno ancora annunciato.
    Per ciò che dice sopra anche MDC, spero non porti male.
    Anna

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    1. D'Alema è sicuramente stato per diversi decenni un uomo di potere, responsabile (o corresponsabile) di molte scelte negative per il Paese e per l'Europa.
      Oggi mi pare che altri (anche suoi "allievi", culturalmente e politicamente molto più modesti) lo battano (come uomini di potere). Lo schierarsi per il No o il Si al prossimo referendum sulla revisione costituzionale, lo dimostra.
      Comunque, stiamo sempre e solo al merito.
      Le revisioni Costituzionali Boschi&Renzi sono buone o no?
      Se dovessi stare a chi vota l'una o l'altra opzione mi dimostrerei solo subalterno e dipendente.
      No, grazie!
      Gianni

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    2. Ti riferisci per caso a Cuperlo, De Maria e ai loro?
      Carlo

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  8. Bene, seguo l'appello finale a partire dalle questioni aperte a Bologna e in Italia.
    1. No al referendum di ottobre sulla Boschi&Renzi (+Verdini). Poi una legge elettorale tipo tedesco (potrebbe essere votata da Di Maio a Casini, no?).
    2. Assunzioni di giovani per accelerare la Giustizia e aggiornare il Catasto. Della serie Processi più rapidi e patrimoni tassati con maggiore equità.
    3. Rinuncia a grandi opere fuori tempo, come Ponte sullo Stretto, TAV Torino - Lione e nuovo Passante autostradale a Bologna. Investire su sicurezza degli immobili e risparmio energetico. Con guadagno in termini di sviluppo della occupazione.
    4. Garantire a tutti i giovani istruzione e formazione qualificando scuole pubbliche. Riducendo i finanziamenti per le private. Un diritto oneroso per chi le sceglie.
    Giusto per cominciare ... Che ne dite?
    Titti

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    1. Mi pare un ottimo inizio.
      Io condivido. Siamo almeno in due.
      Sentiamo altri ...
      Gianni

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    2. Continuo io.
      5. Investire in Ricerca scientifica e in controlli sui prodotti per prevenire malattie e inquinamenti vari. Sai il risparmio sanitario e assistenziale nel lungo periodo!
      Carlo

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  9. Con il "pensionamento anticipato" di Andrea Colombo, il sindaco Merola ha saldato il conto aperto con commercianti e alleati al governo nazionale (Casini e Galletti), oppure ha mandato un segnale distensivo ai comitati contro l'allargamento di Tangenziale e Autostrada?
    Sic

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    1. Presto, molto presto le verifiche non mancheranno.
      Gianni

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  10. Una Giunta assolutamente inadeguata. Al di là di qualche buona competenza.
    Come il suo Sindaco. Che è riuscito a restringere ulteriormente il consenso attorno a lui.
    Non reggerà a lungo ...
    Mario C.

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    1. Chi pensa e/o lavora per il futuro, costruisca una alternativa democratica, sociale, culturale e politica.
      Gianni

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  11. Non vorrei deludere i duellanti pre-giudiziali, di ogni colore ed età, da Boschi a D'Alema, da Di Battista a Napolitano, da Finocchiaro a Bonino.
    Ma io sarei favorevole a votare le Proposte di Riforma su singoli punti e non in blocco. Si, per prendere o No per lasciare.
    Potremmo più proficuamente pronunciarsi su aspetti concreti.
    A.Dm.

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    1. Capisco.
      Tuttavia al punto in cui siamo, penso che la Riforma Renzi&Boschi abbia fatto un percorso che sarebbe bene concludere con il referendum popolare.
      Solo il No della maggioranza degli italiani potrebbe aprire una fase costituente più seria e rigorosa.
      Gianni

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  12. Sui nuovi assetti della Amministrazione bolognese di Merola 2016 - 2021 mi pare di rilevante interesse e di opportuna conoscenza questo articolo di il Resto del Carlino, a firma Angela Carusone e Andrea Zanchi.
    M.

    Bologna, 1 luglio 2016 - Non solo la giunta di Palazzo d’Accursio. Il sindaco Virginio Merola è pronto a sparigliare le carte anche in Città Metropolitana, dove, approfittando del rinnovo del Consiglio metropolitano da compiere entro il 21 agosto, intende rimodellare gli assetti di potere alla luce dell’esito delle elezioni (ossia, la sua riconferma a sindaco) e risolvere dei conti in sospeso con il passato recente. Per farlo ha intenzione di cambiare alcune deleghe finora assegnate ai suoi ‘assessori metropolitani’.

    A partire da Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro e, finora, pure assessore all’Urbanistica di Palazzo Malvezzi. Lì messa da Merola, come a simboleggiare una nuova era, a inizio 2015, quando la Città Metropolitana mosse i suoi primi passi e, soprattutto, dopo che sui giornali era esploso il caso della ‘Colata di Idice’.

    Altri tempi. E deve averlo pensato pure Merola, visto che ora è intenzionato a levare alla Conti la delega all’Urbanistica. Delega che sarà assegnata al primo cittadino di Minerbio, Lorenzo Minganti (da sempre molto vicino alle posizioni delle stessa Conti), che è già stato contattato a nome del sindaco e messo al corrente della questione. Un cambio che arriva repentino, inaspettato e che, sicuramente, si porterà dietro un mare di polemiche. Anche perché deciso da Merola in totale autonomia, tanto che nemmeno il segretario provinciale dei dem, Francesco Critelli, ne era fino a ieri sera al corrente. Tutto questo, insieme con il peso politico della scelta, si porterà dietro tanto dibattito e un inevitabile mare di polemiche.

    Il ruolo della Conti, infatti, non è un ruolo qualsiasi. Per due motivi. Chi ha la delega all’Urbanistica possiede le chiavi che determinano e regolano lo sviluppo territoriale, a partire dall’edilizia, cioè quanto e dove si può costruire (e in questo caso parliamo di un territorio pari all’intera provincia di Bologna). In secondo luogo la Conti era al lavoro per la realizzazione del primo Piano urbanistico metropolitano, improntato a una forte riduzione del consumo di suolo, tanto da prefigurare la cancellazione di buona parte dei 70mila alloggi previsti dal vecchio piano urbanistico della defunta Provincia. Scelta che aveva trovato forti critiche da parte del mondo economico e che lo stesso Merola aveva accolto con non eccessivo entusiasmo. Ora la partita si riapre, per quanto vada sottolineato che Minganti è da sempre d’accordo con le idee della Conti.

    C’è poi un altro aspetto. Così come per la selezione degli assessori della giunta, anche in Città Metropolitana Merola sta andando avanti in totale autonomia nelle decisioni sulla squadra di governo, soprattutto dal suo stesso partito, il Pd. Morale: a poco più di dieci giorni dal ballottaggio la temperatura politica si sta rapidamente surriscaldando. E quella appena iniziata ha già tutti i contorni di un’estate torrida.

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    1. Credo che il Sindaco rieletto stia approntando Progetti e squadra. Leggo e sento di suoi sostenitori e votanti già pentiti. Dispiace.
      Personalmente non avevo apprezzato la sostanza delle sue politiche e dei suoi progetti e dunque non sono sorpreso e spiazzato.
      Piuttosto interessato a risolvere problemi e contraddizioni aperte.
      Semmai disponibile a costruire alternative che si sono evidenziate non mature.
      Le priorità?
      1. Conversione ecologica e sviluppo sostenibile.
      2. Qualificazione del pubblico piuttosto che svendite.
      3. Salvaguardia dei servizi anziché tagli.
      4. Giustizia ed equità fiscale al posto di "meno tasse".
      5. Democrazia partecipata contro accentramento dei poteri.
      Gianni

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