sabato 21 maggio 2016

Questione Democratica


Intervista a Virginio Merola, martedì 17 maggio


A Bologna si discute, sul Passante in Città.
Con passione.
Per interesse.
Comprensibile.
Si parla di qualità della vita delle persone, di salute, di futuro, di prevenzione.
Ed anche di casa, di terra, di patrimonio.
Dunque, dopo Croce Coperta, ancora tante persone, critiche e propositive, anche al Pilastro, circolo La Fattoria, Quartiere San Donato.
Si alternano emozioni e razionalità, accuse e riflessioni, denunce e progetti.
Tutto va considerato e approfondito.
In modo adeguato.
Intanto emerge, ineludibile, una questione.


Si può ancora individuare un percorso democratico e partecipato per giungere ad una decisione consapevole e responsabile?
Nelle assemblee pubbliche, come nelle conversazioni quotidiane e nelle tante lettere sui giornali, è stato giustamente criticato l'Accordo sottoscritto tra Sindaco, Presidente della Regione, Capo del Governo e Società Autostrade SpA per ragioni di merito e di metodo.
Ci si trova di fronte ad "un fatto" compiuto, dicono in molti.
Difficile confutarlo.
In effetti, è mancato il coinvolgimento di qualsiasi interlocutore collettivo. Sociale (salvo uno: Società Autostrade SpA) ed istituzionale.
A partire dal Consiglio Comunale di Bologna e dai Consigli di Quartieri (Navile, San Donato e San Vitale); proseguendo col Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna, dove anche esponenti di maggioranza (ad esempio SEL-SI) risultano in dissenso; incluso il Consiglio dei Ministri, dove siedono, tra gli altri, i Ministri alla Sanità e quello all'Ambiente. Il secondo, tra l'altro, è un bolognese (Gianluca Galletti) che sostiene un candidato sindaco, Manes Bernardini, che in campagna elettorale interviene contro il Passante in Città e propone il Passante autostradale a Sud.
Anche per questo è il caso di insistere sul fatto che nel cambio di Programma (dal Passante Nord al Passante di Mezzo) è stata seguita, fin qui, una prassi istituzionale impropria ed irresponsabile.
E dunque, è necessario ripristinare correttezza nelle procedure democratiche.
Con un pronunciamento formale, per una precisa assunzione di responsabilità di ogni eletto o nominato e di ciascuna forza politica. Mentre, allo stato, risulta che solo il Consiglio Comunale di Bologna, nella sua ultima seduta (27 aprile), ha ratificato a maggioranza (si di PD e Lista con Amelia, no di M5S, Lega Nord e Coalizione Civica) l'impegno sottoscritto dal Sindaco (il 15 aprile).
Ma c'è di più.
Ora, Virginio Merola ripete (anche nell'intervista al Carlino Bologna, di martedì scorso): "Vorrei assicurare i cittadini. Il confronto sarà condotto da un garante terzo rispetto a Comune, Autostrade e residenti".
Poi, alla domanda "da chi sarà scelto", risponde: "Da Enti Locali, Società Autostrade SpA e Ministero in accordo tra loro". E precisa: "Come Comune riteniamo sarebbe importantissimo affidare questo ruolo di garanzia all'Università di Bologna. In ogni caso, anche se il soggetto impegnato non sarà di Bologna, dovrà stare qui per tutti i quattro mesi".
Si tratta di una procedura sicuramente innovativa, ma assai discutibile e grave.
Perché, il primo garante del confronto pubblico partecipato che si è aperto e che si svilupperà nei prossimi mesi dovrebbe essere proprio il Comune di Bologna.
Sindaco e Consiglio in testa. Che i cittadini scelgono e giudicano attraverso il voto.
Chi altro può garantirli di più?
E, soprattutto, potrebbe garantirli un soggetto terzo, alla cui scelta concorrerebbe anche un "privato interessato" come Società Autostrade SpA?
Non avverte il Sindaco di Bologna che quella che Lui stesso propone è una mutazione dei ruoli naturali? Una rinuncia ad essere "il Primo Cittadino" (da lunga data sinonimo di sindaco), per trasformarsi in un interlocutore "di parte", alleato di un gruppo privato come Società Autostrade SpA, e contrapposto a suoi cittadini, individuati impropriamente come "i residenti"?
Questa procedura costituisce un passaggio storico da non sottovalutare e su cui intervenire a prescindere dal merito stesso della questione. Anche se, è evidente, il nesso tra contenuti del progetto e pratiche seguite e prospettate.
La sensazione, infatti, è che ci troviamo di fronte ad un indirizzo nazionale.
Riflettiamo su ciò che sta accadendo in altre grandi città in questi mesi e verso il voto amministrativo.
Da Milano, dove prima Matteo Renzi, poi le primarie del Centrosinistra, hanno scelto come candidato per Palazzo Marino il Manager che ha gestito Expo 2015 (e che continua a maneggiare e firmare i bilanci dell'Evento che ha mosso grandi risorse pubbliche e private), a Napoli, dove il Segretario - Presidente del Consiglio è entrato in rotta di collisione con il Comune e l'Amministrazione De Magistris su Bagnoli, ed impone un Commissario straordinario per gestire gli ingenti fondi per il recupero ed "il rilancio" delle aree inquinate ed abbandonate ex Italsider.
Ma si potrebbe continuare, approfondendo le dinamiche in altre realtà del Sud (da Taranto alla Basilicata) e del Nord (dalla Val Susa a Venezia).
Insomma, si procede a grandi passi verso nuovi equilibri tra le Istituzioni e tra pubblico e privato.
Un ulteriore capitolo della revisione della Costituzione, scritta e materiale.
La direzione di marcia, purtroppo, è opposta al bisogno di Democrazia partecipativa, consapevole e responsabile che emerge dai bisogni e dai conflitti, locali e globali.




23 commenti:

  1. le politiche di austerità imposte negli ultimi anni hanno progressivamente ridotto le risorse agli enti locali.
    così i comuni dipendono sempre più da privati che contrattano business in cambio di opere (quando va bene) o di tangenti (quando gli amministratori sono propensi).
    mi pare ne sia conferma anche questo caso.
    la società autostrade impone i suoi interessi in cambio di interventi che diversamente gli amministratori non saprebbero fare.
    il vostro sindaco manifesta questa debolezza e sudditanza, che è sempre più diffusa in tutto il paese.
    certo che con queste scelte non si migliora il paese e la decadenza è assicurata.
    m. casali

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    1. Contro i rischi di decadenza infelice vale la pena reagire, organizzarsi e battersi.
      Comuni e Sindaci debbono innanzitutto rappresentare i cittadini.
      Se non ci riescono, è naturale e salutare il conflitto.
      Gianni

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  2. Ma se il Garante Terzo fosse inteso come un riferimento vero ed autorevole? Penso ad un luogo tecnico - politico, a disposizione della comunità metropolitana e nazionale, dotato di un budget contenuto e disponibile per svolgere analisi, studi e valutazioni?
    Aperto e partecipato da tutti quelli che hanno idee e proposte per affrontare (2) questioni generali: (A) dell'inquinamento insostenibile della città e della pianura padana (obiettivo strategico internazionale dopo la Conferenza di Parigi e gli accordi conseguenti); (B) della congestione della autostrada A14 e della complanare - tangenziale di Bologna (nodo della mobilita di valore altrettanto strategico)?
    Che contribuisce a confrontare progetti diversi e in alternativa.
    Ecco, un Garante Terzo di tal fatta, potrebbe essere utile ed interessante per uscire dalle polemiche e fare cose pensate ed utili?
    Un Aspirante Facilitatore

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    1. Per ora siamo lontani da questa giusta aspettativa...
      Da intervista al sindaco:
      "Vorrei rassicurare i cittadini. Il confronto sarà condotto da un garante terzo rispetto a Comune, Autostrade e residenti".

      Da chi sarà scelto?

      "Da enti locali, Autostrade e Ministero in accordo tra loro. Come Comune riteniamo sarebbe importantissimo affidare questo ruolo di garanzia all’Università di Bologna. In ogni caso, anche se il soggetto nominato non sarà di Bologna, dovrà stare qua per tutti i quattro mesi".

      A quando la nomina?

      "Tra fine giugno e inizio luglio, quando Autostrade ci avrà consegnato il progetto preliminare".

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    2. Si, purtroppo il percorso tracciato da Merola (e concordato con Renzi e c.) è molto diverso da quello auspicato da Un Aspirante Facilitatore.
      Per ripartire con il piede giusto, è necessario uno stop chiaro e forte al cosiddetto crono-programma.
      Gianni

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  3. Si, questione di Democrazia e di Costituzione.
    Accettabile un adeguamento. Discutendo con rispetto e impegno. Per unire la società italiana su obiettivi fondamentali del nostro tempo. Ad esempio, 70 anni fa la questione ecologica non aveva assunto la rilevanza di oggi.
    Ma guai revisionare o manomettere Democrazia e Costituzione per vicende di lotta politica e di potere tra gruppi ristretti.
    E' il clima che si vive da tempo e che si respira oggi.
    Federalismo contro Centralismo, fautori dell'Unità nazionale contro sostenitori delle Autonomie Locali, cultori della Repubblica Parlamentare conto amici di Governi Forti, Berlusconiani contro Prodiani, Renziani contro Gufi, Professoroni e Casapaund.
    Basta usare la Carta che deve "fare" Comunità per sconfiggere nemici ed avversari.
    Separiamo Regole e Principi che guidano un Popolo dalla contesa quotidiana di partiti e movimenti.
    W.Marchi

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    1. Grazie, W.Marchi. Utile suggerimento.
      Anche per me la critica principale alla "revisione della Costituzione" di Boschi - Renzi - Verdini è che mette mano a "questioni di cucina" della politica (altro Senato, rapporti tra livelli istituzionali, ecc.) e non a necessari "principi e regole" della società del 3° millennio e della comune convivenza (ad esempio: rispetto dell'ecosistema, sostenibilità ambientale, rapporti della Repubblica Italiana con i poteri sovranazionali).
      Gianni

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  4. Risposte
    1. No, Questione Democratica.
      Per tutti.
      Ed anche per i Democratici.
      Gianni

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  5. Non posso che supportare.
    1. Anche Roma e il Lazio conoscono la disponibilità di Renzi e del suo governo a fare campagna elettorale con lo sblocco di ingenti stanziamenti finanziari.
    2. Anche a Bolzano è diventato sindaco il "democratico" che è già stato "city manager" del comune ed i votanti al ballottaggio sono risultati complessivamente (cioè inclusi i sostenitori del candidato del centrodestra alto atesino) il 40% degli elettori. Una astensione quasi emiliano - romagnola (ricordate il 38%)?
    Ciao!

    ps. oltre confine, invece, l'Austria partecipa in massa al ballottaggio per la presidenza della repubblica e si divide tra il candidato della destra estrema e quello verde ecologista. Dopo la sconfitta al primo turno di socialisti e popolari, che mal governano insieme il paese.

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    1. Come no. La vicenda bolognese riconduce ad una cultura politica nazionale. Ma, come da ps., ciò che non regge più è un intero sistema di sviluppo e di potere.
      In Austria è ai minimi storici il tradizionale e vecchio dualismo tra socialisti e popolari. Non rispondono ai problemi di oggi.
      In tutta Europa, occorrono scelte nuove. Per la comune convivenza. In base a progetti lungimiranti, trasparenti e partecipati.
      Gianni

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  6. Democrazia non è solo "ascolto".
    Ci mancherebbe che il Sindaco non ci ascoltasse.
    Democrazia è innanzitutto "partecipazione" dei cittadini di una comunità alla formazione delle scelte.
    L'accordo sottoscritto ad aprile chi lo ha mai discusso? Non parlo del progetto esecutivo che verrà. E che Merola assicura si potrà migliorare.
    Parlo della decisione di "ampliare" autostrada e tangenziale.
    Di questo vogliamo parlare.
    È questa la scelta che nessuno deve considerare scontata!
    pl

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    1. pl, il diffuso No all'allargamento insostenibile di Autostrada - Tangenziale e la giusta domanda di protezione della salute delle persone in tutta l'aera metropolitana (i dati ARPA di ieri evidenziano nuovamente i livelli insopportabili dell'inquinamento) deve portare a cambiare le priorità di Comune, Regione e Governo.
      Altro che "miglioramento" del progetto!
      Dunque, investire le risorse innanzitutto nel Servizio Ferroviario Metropolitano e nel verde urbano. Poi, razionalizzare strade ed autostrade. E curare la manutenzione. Tutte le manutenzioni!
      Gianni

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  7. Con la monarchia eravamo sudditi, con Berlusconi consumatori, con Merola residenti ma la morale è sempre quella: pagare le tasse e avere i servizi che decide qualcun’altro. La democrazia partecipata che viene tanto sbandierata in Emilia Romagna è solo una facciata: ti fanno credere di poter decidere quello che è stato già deciso.
    Ai Bolognesi piace così...
    Aridatece lo Stato Pontificio!!
    “Pasquina”

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    1. "Pasquina", la "democrazia partecipata" non deve essere "sbandierata" ma esercitata!
      In Emilia quando la si è sperimentata le "tasse" ed i "servizi" sono risultati accettabili ed utili per tutti. La qualità della vita è cresciuta e l'Emilia è anche stata considerata "un modello" ...
      Al contrario, quando si sono anteposti "il comando" (papalino, regio o fascista) o "la governabilità" (tanto cara a Centrosinistra e Centrodestra negli ultimi decenni) alla rappresentanza, al confronto ed al coinvolgimento organizzato dei cittadini, Bologna ha perso punti tanto nelle condizioni di vita delle persone, quanto nella considerazione internazionale.
      Dunque, coraggio!
      Riprendiamoci il gusto della vita, della conoscenza e della critica che nessuno ci regala e che nasce sempre ed unicamente dalla iniziativa di chi è disposto a studiare e lottare.
      Gianni

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  8. Quando scelsi di trasferirmi a Bologna 13 anni orsono nutrivo molte aspettative. Vengo da una città difficile come Roma culla della burocrazia in cui il cittadino è schiacciato dalla disorganizzazione e dalla carenza dei servizi (sanità, mobilità ecc).
    L’Emilia Romagna era nel mio immaginario la terra delle lotte contadine e partigiane per la libertà e la giustizia. Dove la cosa pubblica era gestita con trasparenza e condivisione. Ma nel corso degli anni mi sono ahimé dovuta ricredere. Prima di tutto penso che governare una città di 387.000 abitanti (Roma ne ha 2.867.000 quindi 7 volte la popolazione bolognese) sia indubbiamente meno problematico.
    Alcuni servizi come la sanità sono sicuramente un’eccellenza a livello nazionale, tant’è che si assiste al pendolarismo di malati che da regioni del sud Italia vengono a farsi ricoverare qui a Bologna con il SSN.
    Discorso a parte però riguarda la mobilità che a mio avviso è gestita malissimo.
    Far passare un’autostrada importante come la A14 a 3 chilometri dalle 2 Torri affiancata ad un semianello di tangenziale è già stata una scelta poco lungimirante 40 anni fa ma ora cosa pensa di fare il Comune per risolvere la congestione del traffico?
    Perfino Roma ha da sempre un raccordo anulare e da 30 anni una bretella che devia esternamente il percorso dell’A1 in modo che il traffico passante da Nord a Sud non entri nell’anello esterno della città.
    Nel 2008 Autostrade spa aveva già con la “terza corsia dinamica” allargato, intasando per diversi mesi la mobilità quotidiana di tutti i fruitori dell’asse (seppur a “stralci”), con la promessa di risolvere il problema in modo definitivo.
    Ora a distanza di 8 anni si vuole aggiungere un’ulteriore altra corsia per ogni carreggiata di autostrada e tangenziale e dall’uscita 3 all’uscita 8 di una ulteriore per la tangenziale!
    Le strade nuove, una volta costruite, finiscono per riempirsi aumentando in modo esponenziale l’inquinamento che già attanaglia i 100.0000 residenti che vivono nei pressi e che si riversa inevitabilmente in tutta la città.
    I molti bolognesi che amano o sono costretti oggi a viaggiare in macchina nonostante le forti dissuasioni a suon di multe che la politica dell’assessore al traffico di Bologna infligge loro si convincerebbero ad utilizzare il servizio ferroviario metropolitano se funzionasse in modo efficiente.
    Bene le piste ciclabili finanziate dall’Europa ma non tutti hanno la fortuna di potersi muovere in bicicletta! In più i ciclisti (io sono una di loro) ricevono insulti sia dai pedoni nelle piste-marciapiede, sia dagli automobilisti che si son visti restringere le carreggiate di molte strade cittadine a favore della costruzione di piste ciclabili respirando, fra una pedalata e l'altra, aria tossica.
    Perché in Italia si continua a non voler attuare una politica di rispetto ambientale favorendo i trasporti merci su rotaia rispetto a quelli su gomma? Le autostrade europee sono deserte rispetto a quelle italiane. Quando dalla Francia, dall’Austria o dalla Svizzera si entra nelle autostrade italiane, sembra di entrare in un girone infernale.
    Chi deve trovare alternative ad una scelta così scellerata sposata dal Comune di Bologna su impulso del “Governo del fare” del cosiddetto “passante di mezzo”?
    Il cittadino-ingegnere-pneumologo-chimico-oncologo-urbanista o i rappresentanti da lui votati che dovrebbero difendere i suoi diritti primo fra tutti quello alla salute e non gli interessi economici di enti privati come Autostrade spa, pseudo studi di progettisti , società di costruzioni, case automobilistiche etc.?
    "Pasquina"

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    1. "Pasquina", a Bologna ho sempre visto un nesso tra partecipazione democratica e qualità urbana.
      Anche nel campo della sanità (che tu apprezzi) e della prevenzione.
      Voglio ricordare che risale alla primavera del 1984 il referendum cittadino "per liberare il centro storico dalle auto private dei non residenti". Venne promosso (con successo) dall'Amministrazione comunale di sinistra (sindaco Renzo Imbeni) e segnò il livello più alto di un progetto che puntava a fare incontrare la cultura ecologista con la cultura del movimento operaio e dei lavoratori. Si cercava di perseguire, a livello locale, la sollecitazione di Enrico Berlinguer a pensare "cosa, perché e come produrre". In quegli anni si cominciò a parlare di "conversione ecologica dell'economia e della organizzazione delle città". Si capirono gli errori di alcune scelte compiute (come la rinuncia al tram) ... Si rilanciarono progetti per il trasporto pubblico e quello non inquinante (dal SFM alla promozione dell'uso della bici, con pedaliAmo insieme e LiberaBologna anche tu!).
      Purtroppo quelle idee e quei progetti si scontrarono con interessi economici, sociali e di potere più forti.
      Anche nella sinistra: in pochi anni i grandi processi di cambiamento lasciarono il passo ad obiettivi di omologazione (vogliamo governare "un Paese normale", dicevano in troppi). Bologna, l'Emilia Romagna e l'Italia si accontentavano.
      Così la Città che ha "nutrito" tante "aspettative" ha perso originalità positive e si è progressivamente livellata in basso: diffusa urbanizzazione, asfalto e cemento, alti livelli di inquinamento, servizi meno efficienti.
      E, oggi, Merola e Bonaccini sottoscrivono il ritorno all'ampliamento della tangenziale - autostrada voluto da Società Autostrade SpA fin dagli anni '80.
      "Chi deve trovare le alternative"?
      Credo che dobbiamo trovarle Noi. Cittadini liberi e pensanti. Insieme ad associazioni, movimenti e partiti impegnati a cambiare la politica e le politiche. Qui, in Italia e in Europa.
      Sicuramente una strada in salita.
      Ma anche il voto del 5 e del 19 giugno è una occasione da non perdere.
      Gianni

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  9. Segnalo una situazione che suscita perplessità: sabato 14 maggio ebbe luogo al parco pubblico Colli zona Birra, una pubblica assemblea per informare e discutere sul problema del Passante di Mezzo. Tra i vari interventi, di cittadini e politici, vi furono anche quelli di esponenti del M5S, che, dichiarandosi assolutamente contrari al progetto di allargamento della Autostrada-tangenziale, proposero idee alternative, vedi ad esempio lo sviluppo del SFM. In coerenza, anche sul sito del Movimento si legge testualmente:"facciamo vedere che noi del Movimento 5 Stelle siamo contrari a questa opera, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo!! "
    Orbene, ieri 25 maggio 2016, nell'ambito della Conferenza della Città Metropolitana, il rappresentante del M5S ha votato a favore della delibera che approva l accordo per la realizzazione del Passante di Mezzo, adducendo motivazioni che non sto a specificare. Mi pare, questo, un fatto piuttosto grave, mostra un Movimento dai due volti, che ne mina la credibilità e immagino disorienti l' elettorato. Rammento anche che pochi giorni fa anche i consiglieri regionali grillini denunciarono la mancansa di trasparenza ed informazione sui contenuti dell' accordo, definendolo una "farsa istituzionale". Ripeto, vedo strane ombre su questo argomento così importante per la città, proprio quello di cui non si sente la necessita è la mancanza di chiarezza e onestà intellettuale.
    G.

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    1. Per chi si propone come alternativa la posizione espressa dal consigliere del M5S in Consiglio Metropolitano è un evidente ed indiscutibile capitombolo. Incomprensibile, come le motivazioni che sono state portate nei giorni successivi.
      Si conferma la natura composita e contraddittoria dei "grillini" e una affidabilità tutta da dimostrare. Non dimentichiamo che parliamo di un soggetto politico relativamente nuovo, che ha raccolto un successo sorprendente in ragione della crisi verticale dei partiti di governo e della loro compromissione con uno sviluppo ed un potere insostenibili.
      Detto questo, resta il fatto che il candidato Sindaco Bugani ha ribadito il No all'allargamento del Passante in Città e l'impegno per realizzare il SFM, un nuovo trasporto pubblico e una mobilità non inquinante.
      Un progetto sostanzialmente condivisibile.
      Come il punto di approdo di Coalizione Civica. Faticosamente raggiunto attraverso un serrato confronto tra posizioni diverse.
      Ora l'importante è unire le forze e farle pesare. Estendere e qualificare il movimento di lotta: non dimentichiamo che ci sono ancora silenzi assordanti di associazioni ambientaliste, cittadini e comitati che si sono giustamente battuti contro il Passante Nord autostradale che non colgono le sostanziali differenze tra le loro proposte e il Passante di Mezzo di Merola - Bonaccini - Renzi.
      Altre forze politiche, come quelle che candidano Manes Bernardini (che concluderà simbolicamente la campagna elettorale a San Donnino, con un apprezzabile atto di sensibilità), uniscono il No all'Accordo di aprile (ma che dice il Ministro Galletti?) al rilancio del Passante Sud, un'altra grande opera autostradale, costosa e di forte impatto naturale (bucare le colline non è senza conseguenze!).
      Il confronto continua.
      Gianni

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  10. Ho deciso di scommettere. Secondo me di questo allargamento dell'A14 e della tangenziale non se ne farà nulla. Intanto i lavori implicherebbero anni ed anni (si parte dicendo 4-5, saranno 7-8, minimo) di caos ... poi spreco di risorse rispetto ai vantaggi.
    Infine, avverto movimenti: un No abbastanza netto di due forze minori che però potrebbero risultare decisive. Da un lato, Bernardini (che è per il passante sud), dall'altro Martelloni (che è per le FS).
    Insomma se Merola non vince al primo turno, chissà ...
    L.

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    1. Penso anch'io che la vicenda non sia chiusa.
      Nessuno può sottovalutare i costi sociali dell'allargamento.
      Spero anche i costi politici di questo progetto degli anni '80 del secolo scorso.
      Nulla è scontato. Ma proprio nulla.
      Per questo sono importanti confronto, argomenti, proposte e partecipazione dei cittadini.
      Queste settimane che precedono il voto amministrativo (primo e secondo turno) e la costituzione di istituzioni rappresentative ed autorevoli.
      Dopo, quando si avvierà il lavoro della nuova Amministrazione.
      Gianni

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  11. Segnalo gli argomenti di Merola e del PD a 10 gg. dal voto, a Consiglio Comunale chiuso:
    1 Bus a gratis per gli studenti medi (costo 900.000 euro).
    2 Telecamere sui Taxi (costo 100.000 euro).
    Sono nel dubbio.
    È più voto di scambio o paura?
    *****

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    1. A me pare la riproposizione di una cultura politica assai discutibile e da contrastare. Ogni giorno e con il voto.
      Volendo anche il segno di quanto Merola avrebbe potuto proporre, discutere e fare negli anni della sua amministrazione ...
      Brutte pratiche.
      Gianni

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