domenica 24 aprile 2016

Per Bologna, cambiare aria.

Manifestazione in località Croce del Biacco, Bologna

















Il Progetto del Passante di Mezzo ha un merito.
Introduce nel confronto politico (ed elettorale) un discrimine.
E' una scelta che inevitabilmente divide, che determina conflitto sociale e di culture.
I sostenitori, come i contrari, esprimono diversi interessi e, a voler vedere, idee alternative di sviluppo e di organizzazione della vita collettiva.
Proviamo a semplificare?

Da un lato, i "cultori del fare", delle soluzioni "semplici e immediate", che riproducono "modelli" noti e consolidati.
Alla congestione del traffico ed alle insopportabili code su strade, autostrade e grande asse viario "Tangenziale - A14" si risponde potenziando queste infrastrutture o costruendone di nuove.
Così, le auto e gli autocarri avranno più spazio e "tutti ne trarranno vantaggi".
Perché "con i mezzi gira l'economia": si alimentano "le aziende", si garantisce "il lavoro".
L'approccio è sostanzialmente simile a quello proposto dai sostenitori dell'astensione nel recente referendum sulle trivelle: "gas e petrolio ci servono per alimentare i nostri mezzi di locomozione e per fare lavorare gli occupati delle aziende di estrazione e trasformazione degli idrocarburi". Perché allora rinunciare a materie prime e lavoro?

Dall'altro, i "cultori del dubbio", gli amanti della complessità e dell'interdipendenza dei problemi, della ricerca di "chimere" e soluzioni "altre" o innovative.
Se le nostre città e i nostri territori sono congestionati ed inquinati, se noi siamo troppo spesso stressati e a rischio salute, proviamo a "cambiare abitudini e sistemi di mobilità consolidati", cerchiamo di ridurre la "dipendenza da auto ed autocarri", diamo "priorità al trasporto ferroviario e collettivo", investiamo innanzitutto nel "Servizio Ferroviario Metropolitano e in Tper", in reti di percorsi ciclabili.
Così facendo, più persone, quotidianamente, troveranno conveniente e vantaggioso l'uso di treni, tram, filobus, bus elettrici, bici e consentiranno, così, a chi non può o non vuole fare a meno del mezzo individuale di poterlo utilizzare con minori danni per la sicurezza e la salute pubblica.
Insomma, avviare subito una "conversione ecologica delle produzioni e della organizzazione della società", finalizzando a questo bene comune la trasformazione delle aziende e nuovi lavori.
A ben riflettere, sono le stesse motivazioni di molti di coloro che hanno partecipato e detto "Si" domenica 17 aprile: per ripristinare le scadenze nei contratti di concessione dell'estrazione dai giacimenti, per porre quanto prima possibile termine allo sfruttamento di fossili, per sollecitare "energie rinnovabili".

Dunque, due diversi modi di governare la società e di costruire il futuro.
Come dimostrano la mobilitazione ed il confronto in atto.
Lo testimoniano gli striscioni e le scritte (vedi foto) che crescono in città e le numerose lettere inviate ogni giorno a giornali, quasi sempre intenti a "vendere" il prodotto elaborato dagli amministratori e dal potere costituito, salvo poi scrivere lunghi articoli sulla inefficacia delle misure antismog d'emergenza, scoordinate e "una tantum".

Ora, dopo giorni di imbarazzanti silenzi, qualcosa pare muoversi anche nelle Istituzioni e tra i soggetti politici.
Il Movimento 5 Stelle in Regione contesta la scelta di firmare un Accordo non ancora conosciuto e discusso nelle sedi deputate della rappresentanza.
Coalizione Civica per Bologna lamenta "l'opzione unica" (che di fatto pospone il potenziamento dei trasporti pubblici) e denuncia l'assenza di studi adeguati sui flussi di traffico.
Si tratta di voci ancora abbastanza flebili e sottili.
Che fanno il paio con i sussurri di associazioni ambientaliste un tempo impegnate in battaglie all'arma bianca e ora intente a portare a casa risultati con un dialogo pacato e riflessivo.
C'è da augurarsi che maturino presto iniziative politiche forti, chiare e determinate.
All'altezza di uno scontro che riguarda il presente ed il futuro di Bologna e del Paese. Che può aprire davvero o, al contrario, chiudere per almeno 5 anni la strada per chi vuole unire le idee, i progetti e le forze per cambiare aria.

Via degli Stradelli Guelfi, Bologna




























Un lenzuolo ambientalista, Croce del Biacco, Bologna


21 commenti:

  1. Navile, San Donato, Borgo Panigale, San Vitale, migliaia e migliaia di persone coinvolte, ma è la intera città a patire.
    Appare come una scelta di campo di questa amministrazione, da un lato (legittimamente) si auspicano un aumento dei flussi turistici, della popolazione studentesca universitaria, si favorisce l' accoglienza, dall' altro l' imperativo non negoziabile è "compattare", impedire qualunque accenno di deconcentrazione, con il risultato di filare diritto verso un effetto pentola a pressione, solo che in quelle da cucina esiste la valvola di sicurezza, noi non abbiamo diritto a tale salvaguardia con i prevedibili effetti che ne deriveranno.
    G.

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    1. Si, prima che la "pentola" scoppi, provocando danni irreparabili, è tempo di cambiare aria.
      Gianni

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  2. In molti siamo rimasti senza rappresentanza.
    Ho sentito solo 2 voci critiche.
    Quella del segretario della CGIL e quella dell'ex leghista riciclato al centro, Manes Bernardini.
    Ma entrambi insistono sui Passanti: il sindacalista ripropone il Passante autostradale a Nord, il candidato sindaco il Passante autostradale in tunnel a Sud, sotto San Luca.
    Comunque autostrade ...
    Che tristezza.
    Titti

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    1. Indubbiamente esiste un problema di democrazia e di rappresentanza.
      Tuttavia le voci e le motivazioni critiche non mancano.
      Facciamole crescere. Con le informazioni e l'approfondimento.
      Alla tristezza uniamo la combattività e l'iniziativa.
      Gianni

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  3. Ai bolognesi e a Merola consiglio una canzone di Niccolò Fabi che apre il suo ultimo CD.
    Ha perso la città.
    Nik

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  4. Secondo me la si fa troppo facile.
    Capisco molte osservazioni sul Progetto concordato tra Comune - Città Metropolitana - Regione - Governo. Che anche qui sono state ampiamente commentate: sia di merito che di metodo. Non aiuta neppure il periodo pre elettorale, che lascia pensare a spot.
    Ma qui sta un punto.
    Se si può pensare ad una operazione elettorale, vuole dire che il problema (code o inquinamento lo si voglia vedere) esiste e la decisione (del Passante di Mezzo) ha una sua popolarità.
    Voglio dire che una parte della città ed anche del popolo di sinistra chiede soluzioni per l'attraversamento della città con l'auto (non tutti possono utilizzare i mezzi pubblici, anche qualora più efficienti).
    Da qui credo la sofferta decisione dei sindaci della provincia e del Pd, che comunque resta un partito (pure ridimensionato) che risponde ai suoi militanti ed iscritti.
    Antonio

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    1. Antonio, nessuno nega code e congestione. Tutt'altro. Sono un bel problema, insieme a smog e rumore.
      Ciò che si contesta è la lungimiranza dell'investimento per allargare ancora tangenziale ed autostrada.
      Ciò che si lamenta è la mancata realizzazione di soluzioni alternative progettate in passato: il SFM Bolognese; il raccordo con Tper, ...
      Quanto al grande asse viario che attraversa la città si può pensare alla cosiddetta "banalizzazione", cioè il superamento dell'autostrada nel tratto urbano e il "governo intelligente" di tutte le corsie, secondo i flussi di traffico quotidiani ed orari.
      Ciò implicherebbe l'applicazione di moderne tecnologie ed una riduzione della velocità, ma anche maggiori garanzie di evitare intasamenti e code.
      Esistono esempi interessanti al mondo. Basta studiarli e volerli.
      Cambiando priorità e interlocutori privilegiati.
      E' unicamente questione culturale e politica.
      Quanto alla presunta "popolarità" del Passante in Città non concordo. Possiamo verificarlo?
      Gianni

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    2. Personalmente non avrei problemi a valutare la "popolarità" del Passante di Mezzo. Poi però penso che a decidere debbano essere le istituzioni elette democraticamente per governare.
      Antonio

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  5. Coalizione dice NO


    Il Passante elettorale e il “trinceramento” della decisione






    Sul cosiddetto Passante di Mezzo di Renzi e Merola grava un gigantesco problema, in prospettiva – da cui può salvarci solo la consueta inerzia nazionale nel portare a termine le opere approvate…


    Il problema è questo: una volta “firmato”, approvato il Passante in mezzo a Bologna così come pare che sia – in rilevato, con l’allargamento a 16 corsie dallo svincolo Lame. e a 18 corsie in zone Fiera, con la previsione di mitigazioni che per ora si annunciano convenzionali – barriere, gallerie foniche, e solo in alcuni tratti del percorso.Privo di uno studio sui flussi indotti dallo stesso allargamento della sezione stradale, dotato di svincoli a loro volta allargati e accorciati, che tuttavia recapiteranno sulla viabilità urbana ordinaria non allargata. Privo di una previsione-simulazione su durata/disagi connessi al cantiere, che dovrà, fra l’altro e per esempio, procedere alla demolizione e ricostruzione di una decina di cavalcavia stradali e di due ferroviari (per i quali non si conosce ancora il parere di RFI), all’allargamento ed alla “ristrutturazione”, in funzione dei collegamenti ciclabili, di tutti i sottopassi, aggravando l‘interferenza diretta sulla viabilità cittadina e sulla vita quotidiana di chi si muove per lavoro o per studio…

    Bè, dicevo, temo fortemente che, una volta “approvato” un “progetto” così, a scatola chiusa, senza neppure aver avuto visione del preliminare, sia davvero molto molto difficile che da parte dei Governi che seguiranno e di Autostrade ci si renda disponibili ad accettare varianti strutturali ed opere complementari che finirebbero inevitabilmente per far lievitare il budget su cui oggi pensano (secondo me, anche a progetto invariato, per difetto) di essersi assestati…

    L’unica arma che Bologna aveva per contrattare il progetto che avrebbe voluto, le mitigazioni che avrebbe dovuto esigere, un complesso di compensazioni adeguate (non il bosco-aiuola che si spaccia oggi per futuro polmone di ossigeno, mentre non è che un alveolo), l‘unica arma che Bologna aveva è la stessa che hanno usato i Comuni di Pianura: dire no…



    Ed è evidente che, in mano all’Uomo del Presidente che oggi è Sindaco, quest’arma si è pericolosamente spuntata e resa inservibile…

    Ciao
    G.

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  6. Chi non vuole allargare la tangenziale si organizzi mandando l'adesione a noallargtang.bo@libero.it
    Grazie!

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  7. Molti scritti e commenti mi fanno pensare.
    Però.
    Avevo capito che i comitati e le associazioni ambientaliste sostenevano il no al passante nord con una alternativa che prevedeva la terza corsia sulla tangenziale e in galleria un trenino. Il tutto utilizzando le scarpate e senza andare oltre il confine attuale.
    Ora si dice no anche a questa proposta.
    È sempre e solo una partita a scacchi?
    C.C.

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    1. C.C., stiamo al merito.
      Il no all'autostrada Passante Nord è stato un impegno comune di comitati, associazioni ambientaliste e tanti cittadini.
      Sulle proposte alternative si sono sempre manifestate posizioni diverse.
      A lungo (ne riparleremo) Legambiente ed altri hanno sostenuto una alternativa semplice e precisa:
      1. realizzare il Servizio Ferroviario Metropolitano e Regionale;
      2. riorganizzare il grande asse viario cittadino senza alcun allargamento; superando la rigida separazione tra autostrada e tangenziale e utilizzando le corsie urbane dell'A14 per "governare" attraverso moderne e possibili tecnologie (sperimentate in altri paesi) i differenziati flussi (giornalieri ed orari) di veicoli.
      Una soluzione che si propone di spostare progressivamente quote significative di mobilità verso un trasporto pubblico molto più efficiente e competitivo e, dunque, su minori mezzi in circolazione lungo una tangenziale più moderna.
      Gli effetti sarebbero importanti: meno code, meno congestione, una velocità moderata, più sicura e garantita, meno stress, meno smog e rumore, più salute e qualità della vita per tutti. Cittadini, pendolari, utenti del trasporto pubblico, automobilisti. A Bologna e in Emilia.
      I Comitati di cittadini dell'hinterland hanno presentato e sostenuto l'alternativa del potenziamento dell'asse autostrada - tangenziale. Tuttavia si trattava di un progetto alquanto diverso da quanto sottoscritto ora da Sindaco, Presidenti di Regione e del Consiglio dei Ministri. Prevedeva un allargamento più contenuto, nessuna altra opera viaria minore (tipo complanare nord parallela alla A14), una linea ferroviaria sottostante le terze corsie in tunnel.
      Ora alcuni esponenti dei comitati, in particolare Gianni Galli, manifestano entusiasmo per il Passante di Mezzo.
      Evidentemente prevale la giusta soddisfazione per la rinuncia al Passante Nord, rispetto alle necessarie preoccupazioni per la conservazione di uno sviluppo incentrato sulla dipendenza dall'auto e su politiche di mitigazione ambientale, anziché di conversione ecologica.
      Peccato.
      Gianni

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  8. Segnalo che l'unico candidato sindaco che si è fin qui chiaramente pronunciato contro il passante di mezzo è Manes Bernardini.
    Quando qui si parla di cambiare aria, qualcuno pensa di puntare su di lui?
    Bacci65

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    1. Manes Bernardini più di altri candidati ha espresso riserve sul Passante di / in Mezzo, cogliendo le giuste proteste dei cittadini.
      Il candidato Sindaco per il Centro (sostenuto anche dal Ministro Gianluca Galletti, già Assessore nella Giunta di Centrodestra) ha però ripreso il vecchio progetto autostradale dell'epoca Guazzaloca - Berlusconi - Lunardi: il Passante Sud (sotto San Luca). Altra grande opera che investe sul modello di sviluppo del secolo scorso.
      Oggi per vivere tutti meglio (in centro, nelle periferie, sui colli, in pianura Padana, in Italia e in Europa) occorre:
      1. investire davvero (non poche centinaia di milioni di euro) sulle ferrovie nazionali, regionali e locali e sul trasporto pubblico integrato.
      2. Curare le manutenzioni autostradali e stradali, risolvendo i collegamenti interrotti (es. giusto completare la trasversale di pianura in provincia di Bologna oppure mettere in sicurezza la E45 nel tratto Cesena - Orte).
      Gianni

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  9. La vedo come la ennesima occasione perduta per unire le forze di opposizione, l ' inaccettabile progetto di allargamento della autostrada-tangenziale, con le conseguenze che condizioneranno gli equilibri della città per i prossmi 40 anni, potrebbe rappresentare un trait d' union qualificante. E invece no, ancora una volta frammentati e divisi, quasi a scongiurare il peridolo che tocchi loro di amministrare veramente dovendo rinunciare a una comoda e sorniona vita da "minoranza"...
    G.

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    1. G., la partecipata e combattiva assemblea di ieri sera a Croce Coperta (ne riparleremo) dimostra che la scelta è in campo (sottoscritta e sostenuta da Sindaco e Presidenti della Regione e del Consiglio dei Ministri) ma non scontata.
      Una "partita" ancora tutta da giocare.
      Anche considerando la prossima scadenza elettorale.
      Le opposizioni?
      Se si svegliano e colgono la rilevanza strategica di questo confronto per il futuro di Bologna, forse possono ancora svolgere un ruolo positivo nel ripristino della vita democratica cittadina. Che questa vicenda dimostra essere, quanto mai, in crisi.
      Comunque, senza partecipazione e senza conversione ecologica della organizzazione della società e delle produzioni non si risolvono i problemi del nuovo millennio e non si cambiano i caratteri (insostenibili) dello sviluppo e le classi dominanti.
      Gianni

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  10. Dici di cambiare aria.
    Bene.
    Ma ti riferisci all'aria che respiriamo o alla amministrazione che ci governa?
    La mia impressione è che quanto a quella inquinata che colpisce i nostri polmoni ci vuole comunque una dimensione sovra regionale e nazionale (pensa solo ai TIR che circolano da nord a sud e da est ad ovest, passando da Bologna ad ogni ora del giorno e della notte) ... Quindi bene resistere verso chi vuole costruire solo strade più larghe, ma bisogna riuscire presto a cambiare le cattive abitudini e gli investimenti nazionali ...
    Parlando di politica, invece, non vedo crescere una opposizione in grado di esprimere una nuova generazione di amministratori con idee chiare e coerenti ...
    L.

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    1. Per avere aria migliore occorre sempre "pensare globalmente ed agire localmente".
      La vicenda dell'allargamento del grande asse viario che attraversa Bologna è sicuramente di valore nazionale e richiede un cambio di priorità negli investimenti pubblici e delle società a partecipazione pubblica in tutto il Paese.
      Per questo anche in politica e tra le classi dirigenti deve soffiare aria nuova e fresca. La primavera dovrebbe aiutare ...
      Gianni

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  11. Ma sig. tugnoli Lei dove era quando alcuni gravi incidenti hanno bloccato autostrada e tangenziale, e tutto il traffico si è riversato sulle strade cittadine, da nord a sud,e da sud a nord, paralizzando la città, cosa che può capitare in qualsiasi momento,in ogni giorno d'anno.

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    1. Credo sia molto giusto ragionare anche sul problema incidenti e vittime stradali.
      Per prevenire e per proporre misure che li riducano. Soprattutto quelli a più elevato rischio di mortalità.
      Un problema è sicuramente l'alta velocità. Vogliamo ridurla? Possiamo farlo. Subito.
      Resta il fatto che gli incidenti si verificano tanto in grandi arterie a più corsie, quanto in strade provinciali. Esistono statistiche significative? Non ne conosco ma, nel caso, parliamone e teniamone conto.
      Quanto al problema del traffico paralizzato per incidenti "che fare" signor Anonimo?
      Io partirei sempre dal ridurre le auto in circolazione e la dipendenza forzata di troppi cittadini dalle auto. Investendo risorse pubbliche innanzitutto sui mezzi collettivi, in modo da renderli più competitivi. Per tutti quelli interessati e che vogliono, una possibile e concreta alternativa al mezzo privato.
      Poi curerei decisamente, di più di quanto avviene oggi, la manutenzione delle strade. E cercherei una maggiore razionalizzazione della mobilità e della circolazione stradale.
      Lei?
      Non mi dica che pensa di fronteggiare gli incidenti e le loro conseguenze allargando autostrade e strade: dalla tangenziale a quelle cittadine che soffrono il "riversarsi" delle auto impossibilitate a procedere "per incidente".
      Mi interessa capire meglio la Sua opinione.
      Gianni

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