domenica 7 giugno 2015

Dopo Barca - Juve. Tutti contenti

Gli juventini sono contenti.
Certo, vincere contro Messi-Suarez-Neymar (e Iniesta, Dani Alves …) sarebbe stato il massimo. Avrebbe zittito (quasi) definitivamente quanti sostengono che i bianconeri sono arrivati in finale immeritatamente o essenzialmente "per fortuna".
Ma, a ben pensarci, sarebbe stato troppo!

La squadra di Allegri è sicuramente forte. Un sapiente ed affascinante intreccio di qualità, esperienza, talenti, potenzialità. Ma i valori investiti e in campo sono obiettivamente diversi.
Non sfigurare è stato, quindi, già importante e più che soddisfacente. I bianconeri si sono dimostrati competitivi. Sono stati in partita fino all'ultimo istante (o quasi) con i più "grandi d'Europa" e del mondo.
Dunque, il progetto va. Il sogno continua!
"Con orgoglio", ci viene suggerito. "Alla prossima" titola il giornale più interessato.
Così, guardando al futuro, si potrà anche digerire un po' di giustizia sportiva, per il passato.
Sano e giusto realismo. Quasi mai riconosciuto (non casualmente) dalla proprietà.
Ma loro lo sanno bene: ci sono anche gli altri. In Italia e nel mondo.
Altri, che hanno milioni di tifosi e che contribuiscono ad alimentare le passioni incrociate del più grande spettacolo sportivo e non solo.
Altri, che investono, nel calcio, una parte piccola-piccola delle loro indicibili, spudorate, ma in fondo, in fondo, in fondo "anche benefiche" e apprezzate ricchezze.
Altri che, almeno a livello internazionale, investono e realizzano anche molto più della famiglia Agnelli e soci (Fiat o FCA).

I blaugrana sono contenti.
Forse per qualche attimo anche loro hanno pensato che la partita potesse prendere un'altra direzione (ricordando Real Madrid-Juve) e vedendo la determinazione degli "sfavoriti".
Ma, a pensarci bene, sarebbe stato troppo!
La squadra di Luis Enrique è fortissima. Troppo forte. Un sapiente ed affascinante intreccio di qualità, di campioni, creativi e concreti, costruiti in casa, comprati spesso a un'età inconfessabile, pagati quasi sempre a prezzi assurdi.
Il progetto resta (il più) vincente: dopo il 2009 e il 2011, questo 2015.
Dunque, merita di essere perseguito ancora. Con saggezza, senza eccedere.
Sapendo che vanno soddisfatti anche gli altri investitori, che alimentano il gioco e lo rendono sempre più globale.
La sfida tra colossi internazionali e relativi supporter (sportivi, economici, finanziari) può e deve continuare, con alternanza: Real (2014), Bayern (2013), Chelsea (2012), Inter (2010), Manchester United (2008).
Ora Podemos? Si, se puede. Si, si può anche accettare almeno un po' di giustizia sportiva. Quella che li interessa. In quanto Società che, per essere al top, non rispetta Regole internazionali fondamentali e concordate.

Gli interisti sono contenti.
Ad un certo punto della stagione (in molti) hanno davvero temuto che "i gobbi" potessero davvero fare "il triplete".
Per loro, sarebbe stato troppo!
Dopo l'ennesima triste stagione, almeno il terzo titolo dell'odiata nemica, l'hanno evitato. A livello nazionale, si intende, se non internazionale.
Ora possono concentrarsi, di nuovo, sui loro travagli interni, certi che presto torneranno davvero internazionali. Come meritano, continuando a motivare milioni di tifosi e mettendo tanti soldi (nazionali o d'Oriente) nel mondo del pallone che foraggia promettenti o valenti allenatori, giocatori, illustri ed attuali ex.

Insomma, tutti contenti. Si potrebbe continuare l'elenco.
Il calcio, i suoi poliedrici mondi e gli infiniti interessi collegati ci coinvolgono moltissimo.
Sempre più.
Nelle ricche metropoli e nelle periferie del mondo.
Nelle grandi e nelle piccole città del Bel Paese.
Da Roma (sponda giallorossa e biancoceleste), a Genova (versante rossoblù e doriamo), a Carpi (o Sassuolo) e Frosinone.
Quasi a surrogare e coprire tensioni sociali e politiche crescenti (ai tempi della crisi e delle migrazioni, delle nuove povertà e di Mafia Capitale, delle ripetute alluvioni e delle grandi opere, del terremoto e dalla fine del buongoverno).
Magari (scommetto!) passando anche per Bologna (lo vedremo martedì sera).
Ora anche lei riconosciuta e apprezzata a livello internazionale. Non più non per la qualità ambientale e dei servizi, per la partecipazione e la cooperazione, ma per il calcio e le sue opportunità di business e di shopping.
Naturalmente, un po' di giustizia si deve e si può.
Ma Blatter può stare sereno.
Ha esercitato potere per un ventennio. Ha fatto scuola. Ha dimostrato di avere buoni allievi e stanno emergendo numerosi nuovi personaggi, interessati e desiderosi di conquistare spazio, rispetto e potere.
È bene che la gestione del grande spettacolo si rinnovi.
Per svilupparsi ancora.
Perché tutto possa includere ancora e sempre verità e finzione, sport e affari, appassionati onesti e mafiosi che vogliono riciclare denaro e farsi applaudire, lavoratori e giovani in cerca di momenti avari di felicità e imprenditori senza cultura e scrupoli.
L'importante è vedere, analizzare con giusto distacco, interpretare fatti e personaggi senza essere travolti da passioni superiori al lecito e che è meglio riservare ad altri campi.
Probabilmente, altrettanto problematici: si pensi alle relazioni personali o sociali, agli amori o alla politica.
Ma, sicuramente, più determinanti perché segnano maggiormente la nostra vita quotidiana, perché incidono sul presente e sul futuro di ognuno e delle generazioni a venire.

16 commenti:

  1. Contenti?
    Gli juventini, no.
    Una volta li, si voleva vincere.
    Non è frequente arrivarci. Meglio non perdere le occasioni.
    Carlo

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    1. Voler vincere è naturale.
      Ma per uno juventino disputare una finale con questo Barcellona è il massimo. Perdere, ci sta.
      Consapevoli che sono più forti, esperti e ricchi.
      Come alcune altre squadre europee: Bayern, Chelsea e Real Madrid, che pure è stato battuto (in una semifinale che continua a lasciarmi perplesso).
      Importante è essere arrivati li.
      Un premio per una squadra senza fenomeni assoluti. Con diversi buoni e alcuni ottimi giocatori.
      Gianni


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  2. Dunque, Bologna in serie A.
    Tutti contenti. Anche i rossoblù!
    m.m.

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  3. Con Platini, forse anche la Juve riuscirà a vincere una finale ...
    Tutti contenti?
    No, sarebbe meglio fare un po' di pulizia.
    Vero, troppi affari. Che poi sono riciclaggio, scommesse, doping ...
    Nik

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    1. Nik, fare pulizia sarebbe la prima cosa.
      In Italia e nel mondo. Nel calcio come nella società e nelle istituzioni.
      Tempi duri. Ma concordo.
      Platini, un idolo, da calciatore. Mi fermò li.
      Vincere è il massimo. A nessuno sportivo piace perdere. Ma, insisto, arrivare in finale è importante. Molto. E bello. Molto.
      Ripetersi sarà difficile. Importante è provarci.
      Gianni

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  4. Si. Anche Bologna.
    Siamo tutti contenti!
    Anche se i brividi finali non mi portano a ritenere che ci sia stata pastetta.
    Quel pallone se dopo avere carambolato sulla traversa fosse entrato al 91' sarebbe passato il Pescara ...
    Ciao!

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    1. Tutti contenti.
      Forse. A Pescara (ed anche Avellino) possono esserlo se valutano le prestazioni. Meritavano non meno del Bologna, nel doppio confronto.
      Per il resto, il Bologna in serie A, mi rende contento.
      Non meno di Lotito. Anche se, sono sicuro, per ragioni molto diverse.
      Io, infatti, ho molto apprezzato anche il Carpì e anche il Frosinone. Per quanto visto sul campo.
      A proposito, Lotito indagato!
      Non mi sono meravigliato. Anzi, sono contento.
      Gianni

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  5. Sì, sono stato contento che la Juve abbia perso.
    E se c'era il rigore (non c'era), sarei stato ancor più felice.
    Ormai è evidente che la rabbia autistica va sfogata da qualche parte, e la Juve è un bersaglio impagabile.
    Ma che la società Juve meriti di stare 32 punti davanti alla società Inter, questo è altrettanto evidente...

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    1. Rudi, condivido e son contento.
      Dove troviamo una squadra che fa gioire altrettanto?
      I tifosi bianconeri hanno vissuto un anno di grandi soddisfazioni, tra campionato, coppa e Champion League.
      I "no gobbi" dopo un anno di magre soddisfazioni e di aspre discussioni determinate dalle loro squadre del cuore, hanno ripreso il sorriso solo grazie al finale di Berlino.
      Convieni. La Juve non ci fosse, dovremmo inventarla ...
      Gianni

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  6. Insomma il calcio come metafora della società ...
    Sottoscrivo.
    Con un limite in più.
    Mancano gli Tsipras, gli Iglesias, i Grillo, i Landini.
    Zero Speranze

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    1. Se mi permettete. Questo calcio raccoglie il peggio della nostra imprenditoria (Berlusca, Lotito, gli Agnelli, i Preziosi, i Tronchetti ...), assurde ingiustizie (milioni agli artisti delle pedate al pallone, mentre altri artisti, studiosi e ricercatori sono senza reddito e prospettive ...), indecenti attività (azzardate pratiche mediche sanitarie, diffuse scommesse legali e illegali o ambigue organizzazioni di pseudo tifosi ...).
      Mi meraviglio sempre più di tante passioni ed oneste energie intellettuali impegnate in questo grande business, che con le sport e la sana attività fisica ha sempre meno a che fare!
      Franca

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    2. Tutto vero Franca (e Zero Speranze).
      Ogni giorno conferme.
      Dalle scommesse sulle serie minori alle partite comprate in B (Pulvirenti e soci).
      Dai 40 milioni spesi da Juve e Inter per le giovani promesse Dybala e Kondogbia, agli ingaggi milionari (per Pogba, per Pirlo e troppi altri).
      Per il resto, si sa, le passioni … non muoiono mai.
      L'importante è non essere travolti e non credere all'incredibile o non sostenere l'insostenibile.
      Quanto alle energie, investiamole soprattutto per migliorare la vita di ognuno e di tutti. Con Syriza o con Podemos, con il M5S o con la Coalizione Sociale. Ma anche con altri, eventualmente.
      Sempre con passione.
      L'importante è non essere travolti e non credere all'incredibile e non sostenere l'insostenibile.
      Gianni

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  7. Come no.
    Due argomenti centrati.
    Il calcio e il potere. Il Bologna in A.
    Nel merito, ecco da il Corriere della Sera, Bologna.
    M.

    BOLOGNA - Bologna merita un secondo mandato di Virginio Merola. Ne e’ convinto il fedelissimo del primo cittadino Matteo Lepore, secondo il quale «la politica deve risolvere i problemi ai cittadini, non crearne di nuovi». Un’allusione al tiro incrociato a cui il Pd di Bologna sta sottoponendo il sindaco, a caccia del secondo mandato tra riserve sempre piu’ pesanti del suo partito. L’invito spedito da Lepore, oggi a margine della presentazione della «Velostazione», e’ a rompere gli indugi a favore del bis. «Il sindaco Merola merita un secondo mandato, credo lo meriti anche la citta’. Da quando c’e’ l’elezione diretta- ricorda l’assessore comunale all’Economia e coordinatore di giunta- Bologna non ha avuto sindaci rieletti per un secondo mandato. Finalmente con questo sindaco abbiamo ricominciato a costruire delle scuole, a Bologna». Quindi secondo Lepore «sara’ meglio non ricominciare tutte le volte da capo ma risolvere i problemi cercando di dare continuità, confrontandosi sui problemi che ci sono. Ma la politica deve risolvere i problemi ai cittadini, non crearne di nuovi».

    Ribadendo il rapporto di ferro che si e’ creato con la proprietà del Bologna calcio (si parla di un nuovo stadio ma anche di altri investimenti che Joey Saputo potrebbe fare in citta’) e citando indirettamente i grandi progetti in corso nella neonata metropoli, Lepore afferma: «la visibilità di Bologna in questo momento e’ davvero internazionale. Non stiamo parlando di cose del futuro ma di un grande presente. Credo che tutti gli investimenti che si stanno verificando lo dimostrino: su ognuno di essi c’e’ sempre il timbro dell’amministrazione comunale o delle amministrazioni dell’hinterland». Il «sassolino» Lepore lo aveva lanciato durante la conferenza stampa per la presentazione della «Velostazione», la trasformazione del garage del Pincio in un parcheggio per biciclette, con noleggio e altri servizi. Un progetto che in sostanza ha sostituito, anche in termini di fondi utilizzati, il Bike Sharing promesso a inizio mandato. «Non c’e’ bisogno di dire perche’ dobbiamo continuare per un secondo mandato, abbiamo bisogno di un sindaco che ci permetta di realizzare queste cose», ha detto Lepore ringraziando pubblicamente il primo cittadino. (Dire)

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    1. M., mi era sfuggito.
      Interessante. Molto. Istruttivo.
      Gianni

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  8. Anni fa il gruppo Tacopina venne respinto da Bologna.
    Oggi è considerato un Salvatore della Patria e si fanno progetti per il futuro.
    Cosa è cambiato?
    La cordata Tacopina - Saputo o Bologna?
    Sarebbe interessante capire meglio.
    gio.68

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  9. gio.68, non so Tacopina ... Bologna è sicuramente cambiata.
    Come dimostra anche il pezzo de il Corriere della Sera (con quelle affermazioni dell'Assessore Matteo Lepore) che precede il tuo commento.
    Gianni

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